Il Centro di aiuto alla vita: «I tagli ci fanno chiudere»

Il Centro di aiuto alla vita: «I tagli ci fanno chiudere»

Il Centro di aiuto alla vita della Mangiagalli potrebbe chiudere nel giro di un mese e mezzo. L'allarme dei volontari è molto concreto e legato ai meccanismi del fondo regionale «Nasko»: la Regione si appresterebbe, nel bilancio di assestamento in esame, a spostare al prossimo anno circa il 40% dei fondi previsti per il 2013. Per il Cav Mangiagalli si tratterebbe di circa 2 milioni e mezzo: di questo passo la più importante associazione milanese che aiuta le donne a non abortire non arriverà a superare l'estate.
Ma cosa è successo? «È un principio di sana gestione - ha spiegato l'assessore all'Economia, Massimo Garavaglia - quello di non mettere nei fondi più risorse di quelle che effettivamente servono, per evitare che quelle eccedenti finiscano poi sprecate o disperse». Il problema è, come detto, legato ai criteri con cui la Regione eroga i fondi. Di recente, infatti, è stato introdotto un criterio di «territorialità», per cui ogni centro di aiuto alla vita della Lombardia assiste le donne che sono residenti nell'area di sua «competenza». Il Cav Mangiagalli per esempio può intervenire solo per un «bacino di utenza» che corrisponde a Milano centro. Questi «paletti», però, hanno di fatto impedito di aiutare 197 donne che non hanno neanche potuto fare domanda. «Dove saranno finite quelle 197 donne e quei 197 bambini?» chiedono la direttrice Paola Bonzi e i suoi amici? Non si sa. Se a Milano, come si può facilmente comprendere, le richieste sono alte - spesso provengono da straniere - in altri Cav lombardi i fondi sono invece in esubero. «Il risultato di questo giochino - spiega il consigliere regionale Stefano Carugo - è che complessivamente le richieste risultano in calo, ma solo perché alcune non sono prese in considerazione. Invece tutte devono essere finanziate, si deve tornare al vecchio sistema». Carugo è pronto a dare battaglia: «Non facciano i furbi, nel programma elettorale questo era garantito. Il fondo deve tornare a essere completamente utilizzato senza alchimie di bilancio. Per noi è pregiudiziale». Il Pdl ha ottenuto che nel Piano regionale di sviluppo questo principio sia sancito. Ma i numeri, il quantum, dovrà stabilirlo il bilancio destinato a essere discusso il 23 luglio. «Siamo oltremodo spaventati dai primi passi di questa nuova giunta nei confronti della famiglia e della vita nascente - dicono dal Cav Mangiagalli - e chiediamo di essere gli interlocutori per nuovi provvedimenti allo studio». Complice la crisi, le donne che chiedono aiuto sono sempre di più. E ciò nonostante, il Cav si trova in uno dei momenti più critici della sua storia, iniziata nel 1984. Anche per questo un gruppo di amici e sostenitori si sta dando da fare.

E in preparazione c'è un grande evento di raccolta fondi che dovrebbe essere fissato per settembre. Ma l'allarme, per i volontari della vita, è tanto urgente che occorre intervenire prima che sia troppo tardi. Subito.

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