Cronaca locale

Centro commerciale, ora la Brianza teme i cinesi

Centro commerciale, ora la Brianza teme i cinesi

Franco Sala

Leggendari per la loro gran voglia di fare, gli orientali hanno messo le mani sul multisala Magic Movie Park di Muggiò e lavorano sodo per aprire il «Cina Mercato Milano». Il terzo in Italia, dopo quelli avviati a Napoli e Roma. Mancava il loro mega shopping center al Nord.
Ora c’è. E sul quotidiano Europe China News è già comparsa una pagina per reclamizzare il terzo «polo» dei prodotti made in Oriente. All’interno del complesso gli operai, tutti con gli occhi a mandorla, lavorano spediti: i gestori dei sei negozi interni sono spariti. Si avverte uno stato d’abbandono, a riceverti trovi solo corpulenti uomini che forse hanno ricevuto l’ordine di tenere tutti alla larga. Forse i protagonisti del clamoroso affare avrebbero preferito mantenere l’operazione sottotraccia. A Muggiò, si trasferiranno pure operatori da via Paolo Sarpi: questa della Brianza sarà davvero la «colonia cinese». Perché racconta il padrone (ex) dello stabile, «ora stiamo cercando terreni per costruire un migliaio di appartamenti, dobbiamo poter offrire un alloggio ad almeno 500 famiglie cinesi». Il Magic Movie Park «non è mai decollato – è certo il nostro interlocutore – per gli ostacoli che ci hanno sempre messo davanti gli amministratori di Muggiò e di Nova».
Forse c’è un’altra ragione: su 20 chilometri di tragitto tra Muggiò, Paderno, Lissone, Vimercate, Melzo, Sesto e Pioltello, in tre anni hanno aperto otto multiplex: totale 97 sale di proiezione. Troppe? Intanto il segretario locale di Fi interviene: «Esprimiamo forte contrarietà sulla realizzazione di una Chinatown muggiorese. La realizzazione di una struttura di queste proporzioni - dice Simone Rizzato – sarà un grande problema per la sopravvivenza del nostro commercio locale». E aggiunge: «Condanniamo fortemente il ruolo dell’amministrazione e del sindaco Fossati, che hanno ostacolato il progetto multisala, costringendo il privato a vendere ai cinesi per evitare il fallimento».

Di questa politica – sono parole affilate – ne pagheranno i danni tutti i cittadini, ma loro ne daranno conto alle prossime elezioni».

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