"Il centrodestra copi Monza. Uniti si governa e si vince"

Il sindaco punta al bis con l'accordo di tutti i partiti. "Lasciamo agli altri i teatrini della bassa politica"

"Il centrodestra copi Monza. Uniti si governa e si vince"

Mentre risponde al telefono, il sindaco Dario Allevi (nella foto) sta per partire per Brescia dove il Monza della famiglia Berlusconi gioca l'andata della semifinale play-off per la serie A: «C'è grande attesa in città. Abbiamo ancora un pizzico di amaro in bocca per quanto successo a Perugia, ma siamo fiduciosi». A caccia del secondo mandato alle amministrative di giugno, Allevi vuole «alzare l'asticella», ripartendo da «un blocco monolitico», un centrodestra più unito che mai, lontano da «quei teatrini della bassa politica dove si perde solo tempo».

Sindaco Allevi, come si tiene in piedi la coalizione?

«In cinque anni abbiamo lavorato in maniera impeccabile senza mai crepe o ruggini: ricandidarci con la stessa formazione è stata cosa spontanea. Spero che il modello Monza venga replicato in tutti i territori e anche l'anno prossimo per la Regione e per le Politiche. Non ci sono segreti particolari, se non la massima lealtà di tutti i componenti. E io sono felice di essere ancora il capitano di questa squadra».

Berlusconi è un suo grande sostenitore.

«L'ho incontrato un paio di lunedì fa, siamo stati insieme da lui 4 ore. Mi ha riempito di saggi e paterni consigli sulla campagna elettorale, persona sempre piacevole da ascoltare. Mi hanno detto che al momento della mia riconferma lui era il primo a esserne felice: mi fa molto piacere, Monza e la Brianza sono un po' la sua seconda casa, se non prima. Mi impressiona sapere che non gli sfugge niente, anche le cose locali. Segue veramente tutto».

Lo stadio è pronto per la serie A?

«L'U-Power Stadium ha già avuto importantissimi interventi in questi anni di proprietà Berlusconi, milioni di euro già spesi per sistemarlo. La tribuna centrale e le due curve sono agibili, ci sarebbero da fare adeguamenti alla tribuna di fronte. Ma c'è un progetto nel cassetto pronto a essere tirato fuori un minuto dopo, non si faranno trovare impreparati».

E per la metropolitana in città?

«Un'opera straordinaria che ha la copertura totale degli investimenti, un miliardo e 270 milioni di euro. L'iter va avanti, stanno ultimando il progetto definitivo per poi partire con quello esecutivo. Secondo l'ultimo cronoprogramma aggiornato ci sarà il bando a cavallo tra il 2023 e il 2024 e poi si prevedono cinque anni di cantieri per chiudere nel 2029».

Come gestisce la sicurezza?

«C'è una collaborazione straordinaria con prefetto, questore e i comandanti di carabinieri, guardia di finanza e polizia. Il capo della polizia locale è entrato di diritto nei tavoli della sicurezza. E prefettura e questura apprezzano il grande supporto che stiamo dando per alleggerire il lavoro di polizia e carabinieri. La locale è diventata una vera e propria forza di polizia».

Quella di Monza avrà in dotazione anche il taser.

«Il taser non c'è ancora, ma stiamo iniziando la formazione degli agenti. Saremo la prima città lombarda capoluogo di provincia ad avere la pistola a impulsi elettrici in dotazione. Inoltre abbiamo istituito, formato ed equipaggiato con giubbotti anti-taglio e body cam un nucleo operativo di polizia locale che tutti i giorni gira e controlla i punti più critici, specie nel week-end. Cercando ovviamente di presidiare le zone della movida».

È un problema anche a Monza?

«C'è una parte della società sempre più cattiva e violenta che non accetta regole né imposizioni. È una minoranza, ma è particolarmente preoccupante e questo vale da Aosta fino a Trapani. I problemi sono sempre quelli: spaccio, micro-reati, risse tra baby gang, abuso di alcol. Davanti a questa deriva dovrebbero intervenire governo e Parlamento con decisioni più forti. In Italia c'è un senso di impunità che più cresce e più questi balordi aumentano, mentre la certezza della pena deve tornare a essere centrale. A volte bisogna usare un pugno duro sennò la macchia d'olio si ingrandirà sempre di più».

Il futuro della Villa Reale?

«Intendiamo candidarla come patrimonio dell'Unesco. Abbiamo ripreso in mano le chiavi della Villa, una sfida che faceva tremare i polsi, dimostrando di saperci fare. Come Consorzio, nei primi dieci mesi di gestione siamo arrivati a quasi a 100mila visitatori, aprendo solo week-end e festivi. Ora vorrei che aumentassero i giorni di apertura».

E il Pnrr?

«Seppur con i pochi tecnici che abbiamo c'è carenza come in tutti i Comuni stiamo partecipando a quasi tutti i bandi che escono per non perdere nessuna opportunità. E i risultati cominciano ad arrivare: abbiamo già ottenuto 45 milioni di euro e in fase di studio ci sono altri progetti che cubano 60-65 milioni.

Se approvati, potremmo avere oltre 100 milioni dal Pnrr per cambiare volto a una città la cui attrattività aumenta giorno dopo giorno. Lo vedo dall'interesse delle aziende o dei fondi immobiliari: c'è un fermento molto interessante».

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