Il centrodestra a testa bassa: «Marciare? Sì, per gli italiani»

Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia bocciano l'evento «Da cancellare». Il Pd prova a minimizzare i fischi

Alberto Giannoni

Gli organizzatori esultavano sparando la cifra di 100mila persone. Verosimilmente erano al massimo la metà, ieri, i manifestanti di Milano. E a una buona metà di quella metà non va affatto a genio il Pd, e l'operato del suo governo soprattutto in tema di immigrazione e sicurezza. Il sindaco, Beppe Sala, e l'assessore Carmela Rozza, hanno dovuto intestarsi le contestazioni indirizzate al ministro dell'Interno Marco Minniti, che con i suoi decreti ha provato a introdurre risposte all'emergenza sicurezza». «Meglio le contestazioni che annullare la manifestazione» ha detto in pratica Sala riferendosi alla richiesta di cancellare tutto dopo l'aggressione dell'altra sera in stazione Centrale, ai danni di due militari e un agente di polizia. «C'è tantissima gente - ha aggiunto anche - come si fa a pretendere che tutti la vedano allo stesso modo?». Lo ha sperimentato sulla propria pelle il malcapitato militante del Pd che, contravvenendo (forse a sua insaputa) alle indicazioni della segreteria, ha deciso di scendere in piazza con una bandiera del partito sulle spalle, e attraversando il corteo ha dovuto sorbirsi gli insulti dello spezzone «Nessuno è illegale» e le insofferenze di altri. Il segretario Pd Pietro Bussolati ha parlato di «poche conflittualità preparate ad arte da uno sparuto gruppetto» esultando invece per la «Milano democratica, sicura e accogliente».

Difficile pensare che da un corteo così variegato e frastagliato potesse arrivare un messaggio univoco. Se non quello che l'ideatore dell'evento, Pierfrancesco Majorino, ha lanciato dal palco di piazza del Cannone: il no «alla destra», a chi «alza muri» e alla Lega in particolare. «Questa piazza e la sua bellezza sono la risposta migliore all'infamia di Salvini» ha detto con grande enfasi e toni duri l'assessore. Non meno deciso il commento dello stesso Salvini: una marcia «ipocrita» e una marcia «per gli invasori» ha detto il segretario della Lega Nord, evocando l'idea di una «marcia per i diritti degli italiani». Il governatore Roberto Maroni ha ribadito: «Avrei annullato la manifestazione». E ha chiesto «altri interventi come quello già fatto proprio alla stazione Centrale». D'accordo il collega ligure Giovanni Toti (Forza Italia) che ha dato ragione a Maroni, a Mariastella Gelmini e ai consiglieri comunali azzurri che hanno chiesto di fermare tutto dopo l'aggressione della Centrale.

«Gran parte dei partecipanti erano immigrati» ha tuonato Silvia Sardone (Fi), notando «cooperative presenti in massa visto che l'accoglienza vuol dire soldi per loro».

L'ex vicesindaco Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione ha visto sfilare «il razzismo anti-italiano, quello che sostiene un modello di integrazione fallimentare, in cui l'80% dei richiedenti asilo, come certificato dalle autorità preposte, non ha i requisiti per rimanere in Italia». «Altro che Milano senza muri, è una Milano senza legalità e piena di disordine» ha incalzato.

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