A Chanel un posto in Galleria (senza gara)

Il Comune autorizza il subentro della griffe alla bottega Viganò, ma la sinistra radicale protesta

Chanel entra in Galleria. La giunta comunale ha tenuto la delibera al caldo per due settimane, ma ieri è passata con la benedizione del sindaco, pronto a scontrarsi con le proteste della sinistra radicale che chiede che ogni subentro nel Salotto sia regolato da gara, per evitare accordi milionari tra privati. E a cedere il posto a Chanel sarà la bottega storica Viganò, presente fin dal 1933 con una vetrina di gioielli e bigiotteria. Proprio il titolare del marchio due anni fa aveva messo nei guai Palazzo Marino, presentando un ricorso al Tar contro le cessioni di ramo d'azienda autorizzate dalla giunta per l'ingresso di Armani, Versace e l'ampliamento di Prada. Ma ora anche a Viganò fa comodo quella parte del nuovo regolamento ( che consente i subentri tra privati purchè il nuovo corrisponda al Comune il doppio del canone e che la durata del contratto non venga in alcun modo prolungata, lasciando quindi all'amministrazione la possibilità di mettere a bando i locali una volta scaduti i termini. Chanel pagherà quindi 314mila euro l'anno e avrà l'affitto assicurato solo fino al 2020.

Ma «pagherò da bere se tra 4 anni a vincere la gara sarà un marchio diverso - sfida il presidente Basilio Rizzo - vorrei sapere quanto ha incassato Viganò per questa surrettizia cessione di contratto con la benedizione del Comune. Noi festeggiamo per 4 anni di affitto raddoppiato, lui forse guadagna qualche milione grazie a un bene pubblico». La boutique (120 mq) venderà accessori, cosmetici e profumi.

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