Peter Pan di crescere non ha mai voglia. E riesce pure nell'intento. Chi invece è costretto a farlo ha una porta magica per risentire l atmosfere di un mondo perduto: proprio la sua storia. Ecco perché le pagine di James Matthew Barrie restano un classico, e della stessa categoria ormai si possono fregiare anche le canzoni del nostro Edoardo Bennato, cantautore e rocker napoletano mai abbastanza riconosciuto da una critica un po' snob. Il suo album Sono solo canzonette nel 1980 fece scoccare la scintilla, dodici anni fa quella scintilla in forma di musical divenne un incendio, e ora quello show, con la regia di Maurizio Colombi e un cast parzialmente rinnovato, torna in scena al Teatro degli Arcimboldi da questa sera a domenica 13 gennaio. Nei panni magici di Peter Pan c'è ancora Giorgio Camandona, che ereditò qualche anno fa il ruolo dallo specialista Manuel Frattini: essere Peter Pan comporta una dura lex di anagrafe, naturalmente. Il 33enne cantante, ballerino e attore di origini genovesi ha già dimostrato di essere un Peter perfetto ma, spiega lui stesso, «grazie al cielo la noia è ancora di là da venire: Peter Pan è un personaggio gigantesco, che regala ogni sera sottigliezze. Non a caso la sua storia cavalca le generazioni». Accanto a Camandona/Pan, la novità risiede in Emiliano Geppetti come Capitan Uncino, il pirata acerrimo nemico del protagonista, mentre Wendy è ancora l'ottima Martha Rossi. «In questi due anni dal mio primo Peter Pan sono molto cresciuto come uomo e come artista spiega Camandona Nell'allestimento di Grease della Compagnia della Rancia ho lavorato, oltre che nel cast, dietro le quinte come capo balletto e responsabile artistico». Senza contare l'attività come maestro nei baby campus per il musical: «Sta crescendo una generazione di bambini appassionati di questa forma di spettacolo, anche grazie a titoli che finalmente vengono prodotti in Italia, penso a Billy Elliot, Mary Poppins' e Matilda. Certo, Londra ha una storia che viene da lontano ed è più solida, ma se guardiamo al futuro dobbiamo essere ottimisti. A me la folgorazione per il musical arrivò tardi: iniziai danza a tredici anni e scelsi il musical a venti».
Respirare musical sin da piccoli potrà portare anche a una percezione più completa di questo genere: «Ci sono titoli di genere off-Broadway o drammatici di valore, che entusiasmano noi performer- spiega Camandona ma il problema restano le distribuzioni. Grandi teatri non rischiano con titoli di nicchia, e quelli piccoli, che sarebbero perfetti, sono abituati alla prosa. Ma titoli come Next to Normal o anche Replay (titolo italiano scritto e diretto da Mauro Simone, ndr) meriterebbero uno spazio maggiore».
A breve, Giorgio Camandona tornerà sul palcoscenico, questa volta del Teatro Nazionale, con un classico proprio di Broadway: «A febbraio realizzo un mio sogno personale partecipando a A Chorus Line, con la regia di Chiara Noschese».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.