Mimmo di Marzio
Il nobel Mario Vargas Llosa sostiene, nel suo saggio «La civiltà dello spettacolo», che la cultura sia stata sacrificata sull'altare del piacere e dell'intrattenimento. Vero o falso che sia, nessuna cultura come quella enogastronomica riesce meglio a sposarsi con il piacere. Non è detto che sia necessariamente un male. E siccome il piacere è il peggior nemico della fretta, diceva Hermann Hesse, niente di meglio che lasciarsi andare con molta calma a scoprire il patrimonio culturale del nostro territorio. Che non è fatto solo di sapori e tradizioni, ma di paesaggi inaspettati, dimore storiche e paladini di un'identità su cui poggiano le speranze del Belpaese. E allora, a poche settimane dalla vendemmia, i luoghi di eccellenza tornano a proporre quegli itinerari enogastronomici che ormai sono i veri nuovi catalizzatori del turismo culturale. In Lombardia se ne contano almeno una dozzina, intra ed extra... moenia, visto che è praticamente impossibile non inglobarvi aree d'oltreconfine raggiungibili a neppure un'ora da Milano e sulla rotta delle tradizionali mete turistiche dei lombardi: come quello del Garda, dell'Oltrepò piacentino e, dulcis in fundo, del Gaviese. Una regione, quella lungo l'antica strada collinare che dalla Lombardia conduceva al Monferrato fino a Genova, che sta vivendo da qualche anno una vera e propria riscoperta, non solo da parte dei lombardi.
I suoi vigneti, quelli che producono il Gavi docg originario del vitigno Cortese, hanno fatto registrare una crescita dell'export del 9,4 per cento per un totale di 766.370 bottiglie in più rispetto all'anno scorso. Un nuovo fenomeno Franciacorta? Ci crede fortemente il Consorzio Tutela Gavi che domenica celebra la quarta edizione della manifestazione intitolata «Di Gavi in Gavi», trasformando il borgo dominato dall'austero forte medievale in una cucina a cielo aperto coordinata da quattro chef stellati. Showcooking e degustazioni sono di moda, verrebbe da dire, ma in questo caso a fare da protagonista è il grande scenario di vigneti e declivi insospettabili, antiche corti e, naturalmente, le cantine tutelate dal Consorzio che oggi comprende 11 comuni, 1503 ettari e 13 milioni di bottiglie l'anno. Durante la manifestazione, i cuochi prepareranno per il pubblico abbinamenti inediti tra il Gavi Docg e alcune delle Dop e Igp della regione, che per la prima volta comprende l'Ovada Docg.
Nell'era della cucina competitiva, non poteva mancare un padrino e giudice implacabile come il masterchef Bruno Barbieri che valuterà gli accostamenti più felici di un nuovo grande bianco italiano con prodotti locali frutto di interessanti connubi fra tradizione piemontese, lombarda e ligure. In scena alla Corte delle Chiacchiere vedremo Ivano Ricchebono chef di «The Cook» ad Arenzano, Federico Gallo della «Locanda del Pilone» ad Alba, Andrea Ribaldone de «Ai due Buoi» di Alessandria e Fabrizio Tesse della «Locanda» di Orta, ognuno titolare di una stella Michelin. Gli abbinamenti spazieranno dal salato al dolce.
Qualche esempio? La Robiola di Roccaverano, il Prosciutto Crudo di Cuneo, la Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, i gianduiotti ripieni, canestrelli, baci di dama, corsetti al pesto di maggiorana, ravioli da passeggio, amaretti, testa in cassetta, eccetera eccetera. (Info: blog@consorziogavi.com - tel. 0143.645068)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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