Un'interrogazione urgente in consiglio comunale sulle (presunte, fino a prova contraria) allusioni in pubblico del sindaco di Sesto San Giovanni. Finora il caso della mega moschea che potrebbe sorgere nel Comune rosso al confine con Milano - 2.450 metri quadrati tra spazi di preghiera, ristorante, giardino e biblioteca, più un parcheggio sotterraneo e il minareto - aveva fatto litigare favorevoli e contrari sui rischi per la sicurezza o la convivenza con il quartiere che dovrebbe ospitare l'edificio. Ora la questione si infittisce. Nei giorni scorsi i consiglieri Eros de Noia (Democratici per il cambiamento-Comitato popolare per Sesto) e Paolo Vino (Giovani sestesi-Comitato popolare per Sesto) hanno depositato un'interrogazione chiedendo al sindaco di «riferire al Consiglio, urgentemente, se corrisponde al vero la seguente dichiarazione circa le dimensioni della moschea, con evidenti allusioni a quelle dell'apparato genitale maschile, rilasciata dallo stesso sindaco nel corso di un'assemblea pubblica e riportata dal giornale locale Sestoweek: ... come se il pericolo della nascita di estremismi fosse una questione di dimensioni: mi sembra, e le signore mi perdoneranno, piuttosto maschile come approccio...». La Chittò insomma dovrà chiarire «se è vero ha rapportato le dimensioni della moschea a quelle di un pene», un approccio come minimo fuoriluogo da parte della sindaca Pd, e che tende soprattutto a zittire le preoccupazioni dei sestesi.
Una delegazione della comunità islamica milanese accompagnata dalla consigliera Pd Sumaya Abdel Qader si è recata invece ieri pomeriggio in visita al consolato canadese per esprimere solidarietà e sostegno dopo la strage nella moschea del Quebéc. «L'attacco terroristico contro un Paese che ha fatto dell'accoglienza per tutti una bandiera di libertà, è un attacco all'umanità intera - ha dichiarato la consigliera musulmana -. Ho voluto portare la mia solidarietà al console in questo momento di dolore, sicura che il popolo canadese non si farà intimidire e non cambierà le proprie abitudini di pace. Ho voluto altresì portare le mie condoglianze ai cittadini canadesi di fede islamica morti e feriti nell'attentato». Il terrorismo, ha aggiunto la Qader, «ha tra i suoi obiettivi seminare paura e raccogliere guerra.
Noi continueremo a seminare speranza per raccogliere fiducia continuando a costruire ponti».Il Console onorario Ezio Maria Simonelli ha condiviso con tutti la necessità di impegnarsi a contrastare tutte le forme di radicalismo, discriminazione e xenofobia.
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