Chiudere un carcere storico come quello di San Vittore? A far tornare alla ribalta il penitenziario milanese è una frase del ministro della Giustizia Andrea Orlando, secondo cui "sono per chiudere le strutture ottocentesche con i raggi".
Inaugurato il 7 luglio del 1879 come carcere panottico (cioè consistente in corpi di fabbrica disposti radialmente intorno a un elemento centrale in modo che sia possibile la vigilanza e il controllo dell’intero complesso), San Vittore negli ultimi decenni è stato al centro di polemiche per la sovrappopolazione. Nel 1992 si erano superati i 2.400 detenuti, oggi però sono meno di 900.
"Era un gran bel carcere, orgoglio dell’Italia quando fu costruito, perchè rispondeva a tutti gli standard carcerari dell’epoca, ma oggi è inadeguato", ha spiegato Luigi Pagano, storico direttore per ben 16 anni dal 1989 al 2004 e ora vice capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, "Ai tempi dal centro bisognava controllare tutto e vigeva l’isolamento e perfino il silenzio notturno. I criteri della pena sono però cambiati completamente per quanto riguarda l’umanizzazione della detenzione e il reinserimento al lavoro e a San Vittore non ci sono spazi adeguati neanche per i colloqui. È un edificio anelastico, i muri sono larghi anche tre metri. Pure se i servizi sono adeguati e il personale è ottimo, la struttura è angusta. Da sempre ho espresso l’opinione che dovesse essere chiuso e non per motivi ideologici o politici ma tecnici. Basta andare a Opera, fuori Milano, o a Gallarate, nel Varesotto, per vedere la differenza".
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