Cronaca locale

CHIUSE LE INDAGINI Il pm li accusa di maltrattamenti in famiglia. Chiesta l'archiviazione per il medico del pronto soccorso

Potrebbero finire presto a processo i genitori della piccola Aurora, la bambina di appena nove mesi che morì lo scorso febbraio per disidratazione. Il pubblico ministero Cristian Barilli ieri ha infatti chiuso le indagini preliminari a loro carico, ed è probabile che ci sarà a breve il rinvio a giudizio formale. Al contempo il pm ha anche chiesto l'archiviazione nei confronti del medico del pronto soccorso dell'ospedale San Carlo, che aveva visitato la piccola venti giorni prima del suo decesso, perchè aveva l'influenza: era indagato per omesso controllo perché nonostante la «magrezza patologica» della piccola (a 9 mesi pesava soltanto sei chili) non aveva segnalato nulla alle autorità, ma per il pm della Procura milanese non si ravvisano responsabilità a lui addebitabili. Aurora Falchi fu trovata morta nella casa di via Severoli, quartiere Primaticcio, la notte tra il 26 e il 27 febbraio scorso. Tecnicamente il decesso avvenne per un arresto cardiocircolatorio provocato da «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica e acuta». Marco Falchi e la compagna Olivia Beatrice Grazioli, genitori della bambina, sono accusati di maltrattamenti in famiglia aggravati (perché commessi nei confronti di un minorenne): il pm sottolinea che il decesso della piccola «non era voluto ma era prevedibile». I genitori rischiano una condanna tra i 12 e i 24 anni di carcere. Nel corso degli interrogatori avevano raccontato di aver sempre «accudito la figlia nel migliore dei modi e di non averle fatto mancare nulla nonostante le difficoltà economiche». I vicini di casa e i conoscenti avevano riportato però che spesso il papà chiedeva loro qualche aiuto economico, ma dalle indagini non era venuta fuori una situazione di totale indigenza. Tanto che, poco prima della morte della bambina, avevano acquistato un'auto nuova, pur essendo entrambi disoccupati e avendo come unica fonte di reddito la pensione del nonno paterno e agli aiuti di altri familiari. In casa il giorno del ritrovamento non c'erano omogeneizzati, ma solo biscotti che i gienitori dichiararono di dare alla piccola con del latte.

Nei giorni successivi fecero disinfestare la casa dagli scarafaggi.

Commenti