E meno male che l'impresa Mami, vincitrice dell'appalto, ha offerto un robusto ribasso del 26,8 per cento. Anche così, a leggere il cartello e a guardare il progetto, quelle su cui i milanesi potranno poggiare il fondoschiena tra qualche settimana saranno le panchine più care del mondo. Cinque panchine, duecentomila euro. Totale, quarantamila a panchina. Chissà di cosa sono fatte. Tutto accade nel centro più centro che si può: via Marconi, il breve tratto di strada che da piazza del Duomo va verso piazza Diaz. Tratto di strada da sempre brutto e irrisolto, stretto tra l'Arengario e Palazzo Reale, e solo di recente tornato un po' a sorridere con l'apertura del Museo del Novecento. Ma che bisognasse in qualche modo metterci più compiutamente le mani erano in molti a pensarlo. E così, dopo l'elaborazione del progetto da parte degli uffici tecnici del Comune, è partito il cantiere. La risistemazione di via Marconi è stata inserita all'interno del progetto che in modo un po' aulico viene definito «interventi mirati per il miglioramento e il recupero di spazi pubblici in grado di garantire l'immagine coordinata della città». Piano e progetto portano le date del 2009 e del 2010, ancora sotto la giunta Moratti, ma i lavori in piazza del Duomo sono iniziati solo di recente. Sono stati alzate palizzate e transenne, e come la legge prevede sono stati affissi i cartelli con nomi dei progettisti, importo, impresa esecutrice. Ci sono anche le immagini destinate a far capire ai passanti il senso dell'operazione: com'era prima la via e come sarà dopo, grazie al rendering, l'elaborazione computerizzata del progetto.
Proprio qui, però, nascono i problemi. Perché i milanesi che si trovano a guardare i progetti faticano a cogliere la differenza tra il prima e il dopo. Come nel famoso gioco della Settimana Enigmistica «Aguzzate la vista», bisogna mettersi di buzzo buono per cogliere la diversità tra le due immagini. E le diversità sono davvero minimali. Spariscono cinque fittoni, ovvero paracarri. E compaiono cinque panchine di pietra. Fine. Costo totale dell'operazione, sempre in base a quanto comunica il cartello, duecentomila euro. Possibile? Lo stupore non scema granché se si guarda l'altro rendering, che propone il «prima» e il «dopo» da un'altra angolazione, verso il Museo del Novecento. Qui i fittoni ricompaiono, prendendo il posto delle «parigine», i dissuasori in metallo; e, sempre per la serie «Aguzzate la vista», due righe bianche curvilinee sulla pavimentazione vengono sostituite da due righe rosse parallele. Fine.
Come è possibile che un simile intervento possa costare duecentomila euro - ovvero quattrocento milioni delle vecchie lire - è un piccolo mistero. Ma il vero problema è che, a guardarle, le cinque panchine hanno un'aria dannatamente scomoda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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