Una città fuori servizio. La nuova ondata di contagi Covid ha rapidamente eroso quella parvenza di normalità che era stata conquistata negli ultimi mesi. E si teme che le scuole possano essere subito travolte, tanto che i presidi prevedono di andare «alle Termopoli».
È vero che la situazione degli ospedali non ha raggiunto il livello drammatico che è stato toccato nel 2020, e tuttavia le difficoltà ci sono, dovute ai contagi e alle regole che impongono isolamento e quarantena di contagiati e contatti.
In tutta la Lombardia, dato di ieri, si contano circa 445mila persone isolate a domicilio. E si calcola che un terzo di queste - circa 150mila - si trovino nel territorio di Ats Milano. Impossibile che questo non abbia ripercussioni sulla vita di Milano e delle altre città. Alcune manifestazioni sono già state rinviate, un po' per difficoltà organizzative, un po' per precauzione, ma è sul fronte dei servizi che si riscontra l'impatto maggiore di questa ondata.
ATM E MEZZI PUBBLICI
In Atm gli assenti per motivi Covid sono 650, con circa 510 positivi e 130 in quarantena. La società che gestisce il trasporto pubblico milanese ha fatto sapere che da lunedì, giorno di ripresa dell'orario normale dopo questi giorni di orario festivo saranno possibili «rimodulazioni del servizio». «Visti i numeri delle persone assenti per Covid aggiornati a oggi - si legge - è possibile che Atm debba applicare inevitabilmente una riduzione del numero di corse giornaliere». Atm ha fatto sapere ieri che «conta di riuscire a contenere il rischio di riduzione delle corse al 7%» assicurando che «le eventuali soppressioni di corse che dovessero rendersi necessarie saranno distribuite nell'arco dell'intero orario della giornata, in modo da limitare al minimo il disagio ai clienti».
TRENI LOCALI
Anche Trenord ha annunciato una parziale rimodulazione del servizio «per l'alto numero di assenze di capitreno e macchinisti». Mercoledì si registravano 180 assenze fra gli addetti per positività a Covid-19 o quarantene (in aggiunta alle circa 150 non connesse alla pandemia). «Tale situazione - ha spiegato l'azienda del trasporto ferroviario - rende necessaria una riorganizzazione preventiva del servizio, con la soppressione totale o parziale di circa 350 corse sul totale di oltre 2.170 programmate, per garantire tutti i collegamenti alla luce delle assenze già confermate e di eventuali ulteriori evoluzioni. Durante le ore diurne, il servizio sarà ridotto del 12%. Contestualmente, saranno aumentati i posti disponibili sui treni in circolazione».
POSTE E ANAGRAFI
Alle Poste, per ora, gli sportelli risultano tutti aperti e non si segnalano problemi, visti anche i giorni di vacanza per molti. Difficile al momento capire quanti addetti sono contagiati o in quarantena. Lo stesso vale per i dipendenti comunali in generale, molti dei quali si trovano in ferie, o in «smart». Per avere un quadro preciso, insomma, si aspetta lunedì. Ma sul fronte delle anagrafi dovrebbero riaprire le sedi di via Baldinucci e Boifava. Intanto, si pensa soprattutto a nidi e scuole d'infanzia.
LEZIONI IN CLASSE
Ed ecco le scuole. «Visto che, a quanto dicono gli esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa variante Omicron - ha detto ieri il presidente lombardo dell'Associazione nazionale presidi Matteo Loria - credo che se non siamo passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità». «Lunedì, quando riapriranno gran parte delle scuole lombarde - aggiunge Loria, che è preside a Vigevano - sarà come andare alle Termopili». «Solo nella mia scuola - aggiunge Loria - già adesso abbiamo 45 studenti e 8 docenti positivi e credo che tra due giorni la situazione sarà anche peggiore. Non è tanto un problema di tipo epidemiologico ma organizzativo, perché sarà molto difficile mettere a disposizione degli studenti che ci saranno un programma didattico adeguato, anche perché non è possibile reclutare un supplente in un paio di giorni».
SETTORE SCUOLA
Un problema comune a quasi tutti gli istituti scolastici lombardi, visto che un sondaggio promosso in questi giorni dall'Associazione Presidi della Lombardia su 150 dirigenti scolastici, ha messo in evidenza che mediamente ogni scuola riprenderà con una decina di docenti in meno, tra positivi al Covid, soggetti in quarantena, insegnanti in malattia o personale sospeso per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale, che in Lombardia raggiunge quota 2.500 dipendenti.
«Anche noi presidi siamo tutti a favore della scuola in presenza, ma in questa situazione di emergenza credo che sarebbe stato giusto ripartire con la Dad per poter offrire agli studenti un programma più sicuro e organizzato».
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