Il decreto per dare inizio alla bonifica della città della salute non c'è ancora. («Tempistiche romane» alza gli occhi al cielo il governatore Roberto Maroni). Ma il documento arriverà entro Natale e si tratta di una mera formalità, stavolta senza intoppi burocratici. Insomma, si parte sul serio. Dopo una telenovela lunga più di 12 anni. In attesa delle carte, le operazioni per depurare l'area delle ex acciaierie Falck a Sesto San Giovanni, di proprietà del gruppo Bizzi e soci, sono cominciate ieri. Ci vorranno una trentina di giorni per preparare i cantieri. Dopo di che, si procederà con la bonifica vera e propria: un investimento da 280 milioni.
La prima pietra, in base ai piani, verrà posata in primavera e la fine dei lavori è stata programmata per il 2019. E dove ora ci sono solo gli scheletri arrugginiti dell'ex fabbrica di Sesto, nel giro di sei anni sorgeranno cinque nuovi padiglioni immersi nel verde. Palazzine non più alte di tre piani, che unificheranno l'istituto dei Tumori e il neurologico Besta in un'unica struttura. A mostrare il plastico del progetto da 450 milioni è l'architetto che lo porterà a battesimo: Renzo Piano. «Dieci anni fa - ricorda - assieme all'ex ministro alla Salute Umberto Veronesi, abbiamo immaginato un ospedale in grado di superare sia il concetto disumano del monoblocco, sia quello dei padiglioni, dispersivi e troppo costosi da mantenere».
Nasce così una cittadella a misura di paziente, con sale operatorie e area dedicata alla diagnostica spalmata sottoterra e con le stanze dei malati immerse nel verde. «Ci sarà un grande parco aperto al pubblico - spiega Piano - La natura è già una metafora di guarigione e di umanità, che aiuta a superare quel tragico momento di sospensione che è la malattia». Ci saranno 700 posti letto, circa 3mila dipendenti e si prevedono 4mila visite al giorno: una città nella città, che finalmente farà rivivere un'area dismessa da vent'anni e che si spalmerà su un'area grande una volta e mezzo quella di Expo. Un'area che va oltre il concetto di ospedale ma comprende una nuova stazione, piazze, residenze e centri commerciali.
Assieme alla scaletta dei tempi di costruzione del maxi ospedale, dalla Regione Lombardia arriva anche una promessa: raddoppiare i finanziamenti da destinare alla ricerca. «Entro la fine del mio mandato nel 2018 - assicura Maroni - voglio portare le risorse dall'1,6% del pil regionale a oltre il 3%». «Noi pensiamo agli investimenti - aggiunge l'assessore lombardo alla Sanità, Mario Mantovani - ma occorre potenziare i brevetti e puntare sulla ricerca biomedica».
Soddisfatti i direttori dell'Int e del Besta che da tempo premono per traslocare in una nuova struttura.
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