Basta rinvii. Domani il presidente Roberto Formigoni pronuncerà il verdetto ed annuncerà la sede della futura cittadella della Salute. Senza concedere altro tempo al sindaco Pisapia.
Non ci vuole un genio per immaginare la soluzione più di buon senso: larea delle ex acciaierie Falck di Sesto San Giovanni. Mille i motivi: è una zona ampia, gratuita, bonificata, ben collegata. E soprattutto ha tutte le carte in regola che invece sembra non avere la caserma Perrucchetti. Il Comune, sollecitato più volte, non ha infatti fornito alla Regione nessuna documentazione per promuovere lappeal della caserma e perde il testa a testa senza sfoderare altre ipotesi. O meglio, Palazzo Marino ci ha provato ma fuori tempo massimo. Ha pure tentato di ridisegnare da zero il progetto della cittadella (che unirà Istituto tumori e Besta), di convincere la commissione regionale alla Sanità che sarebbe stato interessante coinvolgere anche Policlinico e Niguarda, evitando il trasloco dellistituto tumori. Ma la proposta è risultata un po anacronistica proprio alla vigilia dello spareggio tra le due sedi arrivate in finalissima.
Non si può dire che Palazzo Marino non abbia avuto il tempo di formulare un buon progetto. La decisione sulla sede infatti avrebbe dovuto essere annunciata il 13 giugno ma Formigoni ha concesso uno slittamento di due settimane a Pisapia. Questioni di cortesia istituzionale. La Regione, in sostanza, aveva voluto dare più tempo al sindaco per presentare la documentazione necessaria - consistente in una «promessa giuridicamente idonea e irrevocabile» di messa a disposizione delle aree - che già Formigoni aveva sollecitato personalmente con una lettera del 21 maggio inviata sia a Pisapia sia al sindaco di Sesto Monica Chittò. Sesto ha risposto, con una lettera della Società Sesto Immobiliare, proprietaria dell'area, Milano no.
E tuttora cerca di temporeggiare: «Abbiamo già detto più volte - interviene Pisapia - che una sterile competizione tra aree non ci interessa. Sulla Città della Salute cè chi continua a voler discutere di questioni urbanistiche piuttosto che valutare cosa sia veramente utile per i pazienti, i loro familiari e tutti i soggetti coinvolti, tra i quali medici e dipendenti di due eccellenze quali l'Istituto dei Tumori e il Besta. Non si può ignorare che finora il progetto non è decollato proprio perché si sono fatti errori di questo tipo e che, dopo l'esclusione dell'Ospedale Sacco, il progetto deve essere rivisto, per evitare un nuovo fallimento».
Ma di tempo ne è stato gettato via già abbastanza e, qualora se ne perde altro, si rischia di veder svanire il finanziamento di 40 milioni (già pronto) promesso dal ministero della Salute per il polo sanitario. A premere perché non venga ancora rinviata la decisione è anche il centrodestra, sia in Regione sia in Comune. Ovviamente a tutti i consiglieri di Palazzo Marino farebbe piacere mantenere la cittadella su territorio milanese, ma la partita è stata giocata male. «È arrivato il tempo - interviene il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli - che la politica scelga: sappia dire si o no.
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