Un libro dei sogni o un brillante futuro nel segno di una archistar. Città Studi è nel mezzo di una trasformazione, ma nessuno è ancora certo di quale strada prenderà. Fatto che lascia nell'ansia residenti e politica locale. Il rettore del Politecnico Ferruccio Resta ha esposto i suoi progetti per il quartiere di fronte alla cittadinanza riunita nella sede del Municipio 3 lunedì sera: ottanta milioni di euro divisi in tre interventi per potenziare la presenza dell'ateneo e realizzare il concept regalato da Renzo Piano. Nuove aule, due nuove piazze aperte al pubblico, laboratori e molto altro. Questo però «è il mio programma e ora che so che il municipio ci sostiene sarà più semplice realizzarlo» ha specificato Resta replicando alle domande dei cittadini. Quindi in realtà nulla è deciso definitivamente: anche il lotto più rilevante degli investimenti raccontati ai milanesi, quello con la griffe Piano, è finanziato solo in parte, su 38 milioni infatti ne sono stati stanziati 31. Il rettore però è convinto di trovare i 6 milioni mancanti, magari con una mano di Regione Lombardia. E questo è il lotto meglio finanziato, a parte quello per il centro balneare Romano che vale milioni di euro arrivati dallo Stato, ma che ancora non è certo come saranno utilizzati. Per il resto sono soldi che Resta conta di trovare in parte convincendo gli organismi decisionali dell'università, in parte da enti pubblici, privati o fondi europei.
Sempre che le resistenze del quartiere o il trasferimento a Rho non blocchino tutto cambiando lo scenario. Non sono tanto quelli che hanno prosperato sugli affitti di case e letti agli studenti che protestano, ma tutti quelli che vedono la possibilità di trovarsi con centinaia di migliaia di metri quadrati abbandonati a preoccuparsi. «Non diciamo che debba per forza restare qui l'università spiega un'abitante del quartiere ma vogliamo sapere cosa succederà dopo: al momento è un quartiere tranquillissimo: siamo in periferia, ma non certo in posti come Giambellino o Quarto Oggiaro». Il pericolo avvertito da residenti è commercianti è quello di una desertificazione della zona con il suo successivo affossamento in un quadro di periferia dimenticata come altre situazioni di degrado esterne alle circonvallazioni.
«Tanto fumo e niente arrosto - ha commentato la consigliera di municipio 3 della Lega Nord Rita Cosenza parlano tanto e spiegano in modo molto ordinato i loro progetti, ma ancora non si è capito cosa succederà in Città Studi». Anche la Confesercenti guidata da Andrea Painini ha da tempo intrapreso una battaglia al fianco dei comitati che difendono Città Studi da una possibile desertificazione. E nel 2011 lo stesso consiglio di municipio aveva espresso la propria contrarietà sui progetti di riqualificazione della piscina Romano. Quei denari però ci sono e devono restare qui: «Sono soldi arrivati da Roma ha spiegato Resta e potremmo anche mandarli indietro, ma una volta che ottieni dei finanziamenti dallo Stato se li rimandi indietro è difficile che tornino: anche noi abbiamo provato a dirgli che da quando sono stati ottenuti lo scenario è cambiato, ma non è servito». Quindi o si usano come previsto nel 2009, quando i fondi furono ottenuti, o gli 8 milioni devono tornare a Roma.
L'investimento su Città Studi per Resta procede al di là dell'ipotesi di trasferimento a Rho: «Per la Statale è diverso ha puntualizzato perché noi in Bovisa ci siamo andati tanto tempo fa, per questo possiamo permetterci di pensare a uno sviluppo qui».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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