Non dovrebbero neanche servire i continui richiami di Giuliano Pisapia a Renzi. C'è già una data delle primarie: 7 febbraio 2016. Invece. Venerdì scorso il sindaco ha lanciato la Carta dei valori delle primarie e ribadito che «a Milano si faranno, non ci sono dubbi». Due giorni dopo, davanti a una platea di Sel, militanti dei centri sociali, qualche non renziano del Pd e reduci dei comitati arancioni, ha di nuovo puntualizzato che i candidati «non si scelgono dall'alto», gli «accordi sottobanco ci rovinerebbero». La sinistra radicale (e pure Pisapia) attendono una mossa a sorpresa del segretario-premier del Pd. Continuano a slittare (non a caso) le scelte politiche sulle regole delle primarie, in primis le scadenze per il deposito delle firme necessarie a candidarsi. Se si innesca il meccanismo sarà difficile poi fare dietrofront. Rifondazione si aspetta un nome calato dall'alto. Ieri ha disertato la riunione tecnica sul tema primarie con Pd e Sel a Palazzo Marino. E replicare la coalizione del 2011 o strappare e presentarsi alle Comunali con un nome e una lista che tenga insieme Prc, «Possibile» di Pippo Civati, magari pezzi di Sel è una decisione che i «compagni» potrebbero sciogliere nelle prossime ore. Alle 18.30 si riunisce la segreteria milanese del Prc per decidere le mosse su Palazzo Marino. Il coordinatore provinciale Matteo Prencipe ieri ha partecipato al direttivo nazionale, dove prevale la linea di presentarsi in tutti i Comuni al voto nel 2016 con un nome distinto dal Pd. E Prencipe non può non rimarcare che «la questione Milano è anche di rilevanza nazionale». Difficile insomma sostenere anche un nome come Pierfrancesco Majorino, più spostato a sinistra nel Pd, ma pur sempre uomo del partito. E il segretario Prc premette che «se alle primarie ci fossero nomi che per non c'entrano con il percorso del 2011, non li sosterremmo. Il commissario Expo Giuseppe Sala sarebbe uno dei motivi di rottura». Stiamo lavorando conferma «per una lista unitaria si sinistra, che tenga insieme Rifondazione, Possibile, esperienze civiche che non si riconoscono nel Pd. La dispersione non produce risultati, dobbiamo ansare uniti alle urne. Sel per ora è orientata diversamente, ma vedremo come si comporterà quando emergerà il vero candidato del Pd». Il famoso nome calato dall'alto. Se Civati decidesse di essere il candidato di questa formazione «ovviamente ne discuteremmo volentieri».
E Civati ribadisce «al 98%» di non essere disponibile, ma conferma il percorso di un listone del centrosinistra «fuori dal Pd e dall'alleanza del 2011». É netto. D'altra parte «il modello Pisapia non esiste più, è surreale che qualcuno ne parli ancora. E credo che molti elettori democratici non parteciperanno alle primarie dopo la deriva che ha preso il partito a livello nazionale: Renzi governo con Formigoni, Lupi, Verdini, i nemici politici di sempre.
Il Pd può stare sereno? Non credo proprio, abbiamo già diversi nomi e quando emergerà il vero candidato dem aumenteranno i delusi che si rivolgeranno a noi». Basilio Rizzo, sinistra radicale, dice sì al listone di sinistra «ma non strappiamo con il Pd».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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