Classica

MiTo è il festival di musica di tutte le sfere, con anche incursioni nel teatro e nella danza. Ma è la classica a ritagliarsi gli spazi più consistenti. L’ouverture è stasera alle 21, con un’orchestra e direttore di punta: l’olandese Royal Concertgebouw con Mariss Jansons sul podio e un programma diviso tra Messiaen, Debussy e Musorgskij. Ma il cartellone della musica classica sembra mediato. Quindi occhi puntati su una rarità per l’Italia: il complesso di Cleveland, inserito nei due cartelloni d’oro d’Europa, Lucerna e Salisburgo. Altra compagine di riguardo, la London Symphony diretta da Sir Colin Davis sarà di scena il 13 settembre e da Valery Gergiev il 16 settembre. Due le orchestre di bandiera: la Filarmonica scaligera, il 20 al Palasharp con Dmitri Kitajenko, e il Maggio musicale Fiorentino con Zubin Mehta (il 5) agli Arcimboldi. Un festival di tali proporzioni da poter esser diviso in capitoli e paragrafi. Così, al capitolo chiave delle grandi orchestre e direttori, segue quello della musica sacra e antica, attesa nella basiliche e chiese di Milano, Bergamo e Monza, e spesso introdotti da personaggi di cultura (da Gae Aulenti a Francesco Alberoni). Attesi gli ensemble titolati come Il Giardino Armonico (2), Cappella della Pietà de’ Turchini (23), il Clemencic Consort che il 7, in Sant’Ambrogio, propone una pietra miliare della storia della musica come la Messa di Notre Dame di Guillame de Machault. C’è quindi l’ampio filone della musica da camera dove giganteggia l’appuntamento del 9 (Auditorium sui Navigli) con il violinista Uto Ughi e la Wiener Kammer Orchester. Solo pianoforte il 3, al Teatro Manzoni, con gli allievi d’un tempo e d’oggi dell’Accademia di Imola introdotti da Fedele Confalonieri che proprio l’anno scorso ha chiuso il ciclo di studi pianistici avviati in gioventù con l’esame di diploma, al Conservatorio Verdi di Milano.

Altra maratona il 21, con il Teatro Dal Verme che a distanza di tre ore (15, 18, 21) ospita altrettanti complessi: apre la Filarmonica 900 del regio di Torino, con una mattatrice come la cantante Ute Lemper, impegnata nell’amato e congeniale Kurt Weill. Classico il programma successivo, centrato su Mozart, con l’orchestra dei Pomeriggi Musicali. Russa la chiusura, in altalena fra Cajkovskij e Musorgskij, con l’Orchestra sinfonica Cajkovskij.

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