Clochard affoga in un tombino mentre cerca un oggetto perso

Clochard affoga in un tombino mentre cerca un oggetto perso

Una fine assurda e senza senso, soprattuttio visti i tempi in cui viviamo: affogare nell'acqua con la testa intrappolata in un tombino mentre si cerca qualcosa che c'è finito dentro. Una trappola mortale senza scampo che fa venire in mente qualche tortura da Medioevo e invece è già la seconda volta nell'arco di appena quattro anni che in provincia di Milano si resta increduli e terrorizzati davanti a un ragazzo ventenne (marzo 2017) e un uomo di 81 anni (ieri) deceduti con queste modalità. Ieri all'alba è stato scoperto il cadavere di un clochard marocchino di 81 anni in via Alessandro Manzoni, proprio davanti alla «Villa Manzoni», nell'area pedonale di Cormano, 15 chilometri a nord di Milano. L'anziano aveva perso qualcosa (ancora non si sa di cosa si tratti) così, dopo aver aperto il tombino, si è calato all'interno infilandoci la testa in giù per cercare di recuperarlo. Così è morto soffocato. Dall'acqua? Dai miasmi? Ancora non si sa, si spera in un chiarimento dall'esito dell'esame autoptico.

A scoprire il corpo senza vita di quell'uomo con le gambe che spuntavano dall'asfalto e che in zona nessuno aveva mai visto prima è stato un passante pochi minuti prima delle 6 di ieri. L'uomo ha allertato il numero di emergenza del 112, ma a nulla è servito l'intervento dei vigili del fuoco e dei soccorritori del 118 che, una volta estratto il corpo senza vita dal tombino, non hanno potuto far altro che ufficializzare il decesso di quel poveretto.

Immediatamente dopo una prima analisi sul cadavere e vista la totale assenza di segni di violenza, si è capito che doveva essersi trattato di una fatalità, di una tragedia e non di un omicidio. Quindi i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, guidato dal maggiore Saverio Sica, hanno passato in rassegna le immagini delle telecamere puntate sulla strada. Lo stesso passante che aveva trovato il cadavere, infatti, ha spiegato ai militari che la sera prima, di ritorno dal lavoro, poco prima di mezzanotte, aveva notato proprio la vittima aggirarsi con una lattina di birra in mano vicino il tombino che probabilmente lui stesso aveva appena aperto, come se stesse cercando qualcosa. Una ricostruzione confermata poi proprio dalla visione dei fotogrammi degli occhi elettronici della zona.

Nel marzo di quattro anni fa un ragazzo di 20 anni, Luca Adami, morì annegato in un tombino ad Abbiategrasso, nel tentativo di recuperare nottetempo le chiavi di casa cadute all'interno. Le telecamere ripresero il giovane mentre camminava lungo la strada con le mani in tasca.

A un certo punto le chiavi gli erano cadute in un tombino e Adami aveva sollevato il chiusino calandosi a testa in giù per recuperarle. Pochi minuti dopo perse i sensi forse a causa dei miasmi e della posizione, e morì annegato nell'acqua con le gambe che fuoriuscivano dal tombino. Proprio come il povero clochard.

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