Cronaca locale

Clochard muore al freddo Sala: «Convinciamoli a dormire nelle strutture»

Era un romeno disabile e sulla carrozzina I soccorritori: «Deceduto per la temperatura»

Paola Fucilieri

Beppe Sala ci prova, insiste. E ieri mattina - prima ai microfoni di Rtl e più tardi, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico della Humanitas University - ha lanciato un appello, molto simile a una preghiera, ai milanesi. «Convinciamo i senzatetto a dormire nei nostri centri - ha detto il sindaco con veemenza -. Non possiamo obbligarli, ma magari li convince di più un cittadino qualunque, ad esempio il passante che vedono ogni giorno e di cui si fidano, che non un vigile in divisa. Noi non li possiamo forzare. Quindi chiedo ai cittadini di cercare di convincere quelli che conoscono: si tratta di un problema di questi tre mesi. E abbiamo ancora alcune centinaia di posti liberi».

È sempre una giornata triste quella che si apre, come ieri, con la morte di un clochard. Perché tutto si può dire ma certo non che Milano non abbia un atteggiamento accudente nei confronti dei senzatetto. Così quando alcune ragazze pronte per andare a scuola poco dopo le 7.30 hanno rinvenuto, coperto da alcune trapunte, il cadavere di un clochard su una carrozzina, all'esterno dell'ultima stazione urbana della linea rossa della metropolitana milanese, quella di Molino Dorino, la vicenda ha fatto subito il giro dei siti internet d'informazione, dei social e delle radio, suscitando una commozione generale. E anche, perché no, un certo disappunto. Il clochard in questione, infatti, era un disabile in precarie condizioni di salute compromessa anche dall'alcool e, secondo le conclusioni dei soccorritori, sarebbe morto per il freddo (la temperatura minima registrata l'altra notte era di zero gradi) diverse ore prima che le studentesse rinvenissero il suo corpo senza vita. Mercoledì sera, proprio per l'ostinazione, purtroppo tipica di molti clochard, di voler passare la notte all'aperto e non in una delle tante strutture, l'uomo aveva spinto la sua sedia a rotelle contro la parete esterna della stazione del metrò e si era appisolato. Non si è più risvegliato.

In mattinata ieri la polizia lo ha identificato: si chiama Nica Tudor, ha 64 anni ed è di origine romena. Lo conosceva il presidente di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) Lorenzo Croce. «Noi seguiamo i disabili con animali e da due anni lo incontravo regolarmente a Molino Dorino - spiega -. Nell'estate del 2018 gli abbiamo portato via il cane che versava in pessime condizioni e io stesso avevo girato un video, poi postato su Facebook, per segnalare come questo disabile romeno non potesse continuare a stare lì, in quello stato pietoso».

Intanto al sindaco risponde Gianluca Comazzi, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che ieri ha ricevuto la notizia della morte del clochard «come un pugno nello stomaco». «Io credo che se si vuole trovare una soluzione si debba andare alla radici - ha dichiarato -. Queste strutture sono in grado di fornire un'accoglienza adeguata? Chi si confronta con i clochard sa anche perché spesso queste persone rinunciano ai posti letto. Fuori da ogni retorica la politica deve fare uno sforzo per migliorare la qualità dell'accoglienza a Milano incentivando al contempo ogni forma di volontariato, con la consapevolezza che nessun cittadino di buona volontà potrà mai compensare una falla del sistema».

Da una analisi di Uecoop, l'Unione europea delle cooperative, sarebbero oltre 51mila i senzatetto a rischio freddo in Italia con sistemazioni precarie sui marciapiedi, nelle stazioni e sotto i portici delle città e per i quali l'unica speranza sono i servizi di assistenza dei comuni e le associazioni di volontariato che si occupano delle fasce più disagiate.

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