Codogno, Alzano e Bergamo «Le campane suonano a vita»

Il ritorno alla normalità nei centri più colpiti dal Covid. Il sindaco: «Un giorno che attenua tanti brutti ricordi»

Una classe del liceo Volta di Milano
Una classe del liceo Volta di Milano

«Finalmente un bel suono». La campanella del primo giorno suona come un inno alla gioia a Codogno. E anche a Bergamo, a Milano, ad Alzano Lombardo e in tutta la Lombardia. «Quello della campanella di questa mattina, primo giorno di scuola è decisamente un bel suono» ha detto Francesco Passerini, sindaco del secondo centro del Lodigiano, quello in cui è stato accertato il primo caso italiano ufficiale di Coronavirus, il «famoso» paziente Uno. A Codogno, ieri, 4mila studenti sono tornati a scuola a sei mesi di distanza da quel 21 febbraio. «Le lezioni si sono interrotte senza suono della campanella perché la giornata non era terminata - ha ricordato Passerini - quindi sentirlo ora è bellissimo, emozionante e attenua i brutti ricordi dei mesi passati. Bambini e ragazzi sono contenti di tornare in classe, sorridono sotto le mascherine: meritano di tornare alla normalità, alla loro vita, a crescere con gioia senza più gli incubi che hanno dovuto vivere». «Abbiamo lavorato tanto per essere pronti - ha aggiunto il sindaco - i servizi sono tutti pronti, mascherine gel e tutto il necessario e abbiamo fatto tutto per non gravare sulle famiglie».

Tutto liscio anche nel primo giorno di scuola di Alzano Lombardo, altro centro fra i più colpiti dall'epidemia. E fra il migliaio gli studenti dell'Istituto comprensivo «Rita Levi Montalcini» c'era anche il sindaco Camillo Bertocchi, che ha voluto porgere il suo saluto agli alunni delle prime classi delle scuole elementari. «Per la nostra comunità - ha detto - è un giorno fondamentale. Ai più piccoli e alle famiglie questa nuova normalità è un passo importante. Ma ora più che mai serve senso di responsabilità». E le regole ferree adottate proprio dal «Montalcini» confermano che il rigore da queste parti è massimo. L'istituto comprensivo - ne ha dato conto «L'Eco di Bergamo» - ha adottato un regolamento interno anti-Covid, firmato dal dirigente scolastico Massimiliano Martin, con cinque pagine fitte-fitte di indicazioni, prescrizioni e divieti. «In totale 19 punti - si legge nel quotidiano bergamasco - tra i quali anche quello relativo alla sanzioni disciplinari previste in caso di violazione da parte degli alunni». E fra queste, in caso di «comportamento indisciplinato ancorché lesivo dell'incolumità altrui» si prevede anche «l'esclusione dallo scrutinio finale e alla ripetizione dell'anno scolastico».

Anche a Milano, fatte salve le ingenti carenze negli organici, si respira voglia di ripartire. Anche sui mezzi pubblici. Nel primo pomeriggio i passeggeri registrati da Atm erano 420mila. Lontani dall'era pre-Covid ma comunque in crescita. «Si è registrato un aumento dei passeggeri pari al 20% rispetto allo scorso lunedì - dice l'azienda - ma in ogni caso il coefficiente di riempimento è stata intorno al 65%/70%, quindi inferiore rispetto a quello massimo consentito (l'80%)». Atm ha messo in campo oltre 350 persone per prestare assistenza nelle principali stazioni di interscambi. Tutto regolare.

E «primo giorno di scuola senza particolari criticità» - parola del sindaco - anche a Bergamo, uno dei Comuni simbolo della battaglia contro il Covid. «Lo scaglionamento degli ingressi in classe, con molti studenti in entrata a scuola alle 10 del mattino - ha detto Giorgio Gori - ha consentito di ridurre la pressione sul trasporto pubblico, che nel frattempo è stato rinforzato con più corse, e di garantire il rispetto delle disposizioni anti Covid-19». «A Bergamo - ha aggiunto - siamo abituati a fare le cose per bene, e così mi pare sia stato anche in questa occasione.

L'Ufficio scolastico provinciale ha lavorato tutta estate, Ferragosto compreso, per comporre le graduatorie degli insegnanti, selezionare e reclutare quasi 4mila insegnanti che mancavano all'appello». «Il Comune - ha garantito Gori - si è fatto in quattro. Il personale delle scuole ha fatto il resto, rivoluzionando orari e utilizzo delle sedi».

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