Cronaca locale

Il collezionismo stavolta vola a Bergamo

Fino a domenica 130 espositori dall'antiquariato al Novecento

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Il collezionismo stavolta vola a Bergamo

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Il mercato dell'arte esce dalla tradizionale cerchia meneghina e si sposta a Bergamo con la prima edizione di «Italian Fine Art» (fino a domenica, nei padiglioni della Fiera Nuova di Bergamo). Antiquari, gallerie di arte orientale e specializzate nel Novecento: sono quasi centotrenta gli espositori che, da Torino, Milano, Napoli ma anche da centri minori, nel corso di questa settimana propongono a Bergamo oggetti d'arte, sculture, maioliche, porcellane finissime, arredi e dipinti dal tredicesimo secolo fino alla prima metà del Novecento, con interessanti incursioni nell'artigianato cinese e giapponese o nella scultura africana. Tra i dipinti esposti che stanno attirando l'attenzione dei collezionisti ci sono quelli firmati dal settecentesco Todeschini: si tratta di otto tele dedicate al gioco dell'azzardo tema caro al pittore e provenienti da una collezione privata lombarda. Da una casa lombarda proviene anche il ritratto del Conte Albani del bergamasco Giovanni Raggi, significativo artista settecentesco: la notizia interesserà gli storici dell'arte perché sino ad oggi questo dipinto era dato per disperso o distrutto. In fiera complice la presenza di vari antiquari milanesi, bergamaschi e bresciani - è ampia la sessione dedicata a una delle più felici stagioni della pittura lombarda, quella sei-settecentesca: esposta in fiera la notevole «Visione di Sant'Eustachio» del ritrattista Carlo Ceresa, insieme a opere della bottega di Lorenzo di Credi. Tanti poi i pezzi di spicco di arte antiquaria: un'acquasantiera in bronzo dorato, argento e lapislazzuli della prima metà del Settecento, una fioriera in bronzo dorato e porcellana policroma francese di epoca Impero e, per gli appassionati di orologi antichi, la pendola a forma di lira con meccanismo di Robert & Courvisier, un capolavoro di arte e tecnica tutto da ammirare. Se verso gli arredi antichi arriva un interesse vivace dal mercato, «Italian Fine Art» non poteva escludere i grandi maestri del '900 nostrano: da Funi a De Chirico, da Morandi a Rosai, tutti i nomi più noti sono ben rappresentati.

Una fiera nuova, ma che ha voluto fin da questa sua prima edizione distinguersi come ecumenica: accanto all'arte europea, spazio a quella orientale, cinese e giapponese. FAM

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