Paola Fucilieri
Ci vuol poco o niente a far tornare indietro la memoria a quel 13 aprile di dodici anni fa. Certi «film», realmente vissuti, tornano a galla senza sforzo: una notte insonne, un riferimento casuale, un pensiero inconsapevolmente vagante. Figuriamoci poi se il ricordo è una tentata rapina nella propria gioielleria che ha rappresentato un vero e proprio caso-tipo sul tema della legittima difesa. Nel 2004 il nome dei Maiocchi era sulla bocca di tutti: padre e figlio, Giuseppe e Rocco, ora rispettivamente 65 e 38 anni, spararono contro i due rapinatori che avevano sfondato una delle loro tre vetrine, in via Ripamonti all'angolo con via Sibari, con una mazza chiodata. Colpito da Rocco durante la fuga Mihailo Markovic, ventunenne del Montenegro, venne ucciso mentre tentava di salire su un'auto per fuggire, il suo complice riuscì a scappare e non se ne seppe più nulla. Fiumi di inchiostro sul tema della legittima difesa, due anni in attesa che il pm si decidesse a mandare l'avviso di garanzia (con l'accusa di omicidio volontario), quindi il processo e la condanna: un mese a papà Giuseppe, un anno e 8 mesi a Rocco.
Nella notte tra sabato e domenica la condomina di un palazzo di fronte alla gioielleria «Maiocchi», di ritorno da un viaggio, ha chiamato la polizia per aver notato dalla finestra di casa un giovane con un cappellino. Che, dopo aver praticato due fori nella saracinesca principale della gioielleria, ci aveva già infilato i cavi d'acciaio e avvicinato un furgone per scardinare l'ingresso e derubare il negozio. La polizia è arrivata subito e il malvivente si è dileguato, probabilmente su una vettura guidata da un complice che lo attendeva lì vicino, come avrebbero filmato le telecamere della stessa gioielleria.
«Non finirò mai di ringraziare quella donna - ha detto ieri al telefono Giuseppe Maiocchi -, per fortuna c'è ancora chi ha forte senso civico. Quella sera c'era stata la festa di via e il negozio era rimasto aperto. Prima di andarcene e chiudere le saracinesche, avevamo tolto i pezzi più preziosi, ma non potevamo ritirare tutta la merce dalle vetrine. Se il colpo fosse riuscito ci avrebbero portato via almeno 15mila euro di preziosi. Proprio come è accaduto tre settimane fa all'angolo tra via Lodovico il Moro e via Pestalozzi agli altri miei cugini gioiellieri, che di nome fanno Maiocchi come me. Sa, tra cugini vari, gestiamo più di 120 negozi tra la Lombardia, Piacenza e Parma. Il nostro è un lavoro bellissimo, ma quando accadono fatti come quello successo a noi, non lo dimentichi più. Del resto io, se sono presente durante una rapina, non riesco a stare fermo, a non difendermi».
Sull'argomento si è espressa ieri Simona Bordonali, assessore a Sicurezza e Immigrazione della Lega in Regione. «I furti in appartamento in Italia sono cresciuti in maniera esponenziale: ce n'è uno ogni due minuti. Noi siamo dalla parte di chi si difende, le vere vittime. Chi tutela la propria famiglia, il proprio negozio o la propria abitazione deve sentire il sostegno delle istituzioni.
In Regione - conclude Simona Bordonali - abbiamo già adottato provvedimenti in questo senso, istituendo un fondo per dare patrocinio legale a coloro che vengono indagati per eccesso colposo in legittima difesa e abbiamo destinato risorse alle famiglie delle vittime della criminalità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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