Coronavirus

Coltelli e pugni in faccia: la spesa diventa un ring

Minacce "armate" e assalti. La security: "In certi quartieri c'è la guerra al supermercato"

Coltelli e pugni in faccia: la spesa diventa un ring

«All'inizio, quando non si era compreso che la situazione fosse così grave, in molti, direi la maggior parte, non portavano la mascherina e non prendevano nemmeno in considerazione l'idea di poterlo fare. Poi la gente ha compreso il pericolo, è diventata via via molto più responsabile, anche se in alcune zone della città si assiste ancora a vere e proprie esplosioni di insofferenza, d'intolleranza per le regole da seguire al fine di evitare il contagio da Covid-19».

Sergio Flores, 58 anni, da trentacinque gestisce un'agenzia di portierato e accoglienza in zona Affori con 65 dipendenti che in questo periodo così difficile e particolare sono impegnati a gestire e a controllare i flussi di clienti agli ingressi e alle casse di una quarantina di supermercati milanesi. In questo senso le sue osservazioni sui comportamenti delle persone costrette a fare la fila e a tenere le distanze per fare la spesa arrivano da un'angolazione privilegiata che si avvale di una panoramica molto ampia e quindi autentica nell'«immortalare» il fenomeno.

«Non c'è dubbio: ci sono quartieri periferici dove nonostante l'emergenza assistiamo a reazioni assurde- racconta Flores -. Ad esempio al Corvetto siamo stati costretti a chiamare le forze dell'ordine più di una volta. Polizia e carabinieri sono stati sempre estremamente efficaci e collaborativi, ma anche i miei ragazzi hanno mostrato grande professionalità. Ad esempio davanti a una coppia, un uomo e una donna italiani decisi a entrare ad ogni costo insieme a fare la spesa al supermercato. Naturalmente non gli è stato concesso, così si sono esibiti in una sceneggiata. Quando si sono allontanati lo hanno fatto solo per tornare più agguerriti di prima, lui con il coltello in pugno recuperato in auto...Quel che mi ha stupito è che quando la coppia ha lasciato il parcheggio del supermercato gli altri cittadini in coda, resisi conto della gravità dell'accaduto, non hanno esitato a seguire i due nel parcheggio, simulando indifferenza per poi segnarsi la targa della loro vettura. Elemento che è stato fondamentale per la polizia per rintracciare gli esagitati e denunciarli».

«Sempre nella stessa zona, ma in un altro punto vendita, uno dei miei ragazzi è stato assalito da due donne straniere, madre e figlia - continua Flores -. Anche loro si sono ribellate all'imposizione di entrare uno per famiglia dentro il supermercato. No, noi entriamo in due si sono messe a gridare. E all'improvviso, mentre la madre sferrava un pugno in faccia a uno dei miei dipendenti, la figlia lo riempiva di calci negli stinchi! Anche in quel caso sono intervenuti i carabinieri».

Per Flores in centro la situazione è più morbida. «Mi pare evidente che, a seconda delle aree della città, le disposizioni del decreto per contenere il virus sono state recepite diversamente - conclude -.

Nei supermercati più centrali i clienti all'ingresso sono molto attenti, chiedono, ringraziano il personale dell'accoglienza e alle casse tengono anche più di due metri di distanza l'uno dall'altra».

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