Il comitato: «No alle piattaforme sulla Darsena»

I cittadini contrari al nuovo regolamento: «Scegliete altri luoghi, così si distrugge la storia»

Una lettera al sindaco e agli assessori al Demanio e al Turismo, ai presidenti dei municipi 5 e 6 per cercare di fermare il nuovo regolamento della Darsena. A chiederlo sono i Comitati dei Navigli che inneggiano alla «salvaguardia dei monumenti idrici rappresentati dal bacino della Darsena e dai Navigli tutelati da vincolo paesaggistico». Nonostante il consiglio di Stato il 31 gennaio abbia stabilito in via definitiva la rimozione dei tre barconi abusivi che per anni sono stati ormeggiati nel Naviglio Pavese, ha autorizzato allo stesso tempo la possibilità di ormeggiare le barche in concessione ordinaria onerosa. A seguito di questa sentenza la giunta ha deliberato le linee di indirizzo per la concessione onerosa di spazi nella zona portuale della Darsena.

Il Comitato Navigli esprime forte preoccupazione per la decisione del Comune di mettere a bando parte del suolo o dello spazio acqueo del bacino idrico, con l'inserimento, insieme ad altre proposte commerciali, di una piattaforma fissa sull'acqua di 168 metri quadrati e 100 metri quadrati di strutture mobili sulla sponda che costeggia viale D'Annunzio, «snaturando l'identità del luogo, creando i presupposti per il ripetersi di situazioni, già conosciute, di degrado, d'inquinamento acustico e d' insufficiente sicurezza».

Ai residenti dei Navigli non è piaciuta la mossa di Palazzo Marino che va nella direzione di fare cassa più che nella valorizzazione turistica di un patrimonio monumentale, storico e artistico che ha oltre cinquecento anni e che rischia di riportare il degrado nella Darsena appena riqualificata. Non solo, i cittadini accusano l'amministrazione di non aver coinvolto, in una decisione così impattante per la zona, i municipi competenti. «Riteniamo necessario che queste decisioni siano il frutto di riflessione e di discussione preventiva anche all'interno dei Municipi e con la cittadinanza - scrivono-. Riteniamo, altresì, che questi luoghi dovrebbero essere valorizzati da un punto di vista storico e architettonico, cosa che consentirebbe di salvaguardarli, e non pensando esclusivamente a forme di sfruttamento commerciale.

Ciò renderebbe anche meno oneroso il costo per la manutenzione ordinaria . Vi invitiamo a considerare un percorso condiviso che individui altri luoghi e aree più consoni a scopi di puro intrattenimento commerciale e di divertimento».

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