il commento 2 Caso subito archiviato Proprio come Catania

di Carlo Maria Lomartire

Non ricordo sia mai avvenuto prima, da quando Milano ha una metropolitana, da quasi mezzo secolo, uno tamponamento fra due treni. È successo l'altro giorno, alla fermata Gioia della linea 2. Senza gravi conseguenze, per fortuna, spavento a parte. Un fatto, dunque, che non ha precedenti. Di chi la colpa? Un malore del macchinista, secondo una prima e frettolosa versione fornita dal presidente dell'Atm Bruno Rota, subito presa per buona e indiscutibile come verità rivelata da giornali e telegiornali, soprattutto da quelli tifosi di Pisapia, cioè la maggior parte. Noi, comunque, ammettiamo di non avere elementi per contestare o accettare questa versione. Ci limitiamo ad andare con la memoria a ciò che succedeva prima dell'era Pisapia se un tram piombava su un'automobile che attraversava i binari, o se due vetture si toccavano a causa del malfunzionamento di uno scambio. Ricorderete certo le polemiche che sulle pagine milanesi dei quotidiani tiravano in ballo la sicurezza, le dure prese di posizione dei sindacati che davano, come sempre, la responsabilità agli immancabili «tagli», le critiche alla gestione dell'Atm. Ecco, provate a immaginare, in quel clima, con quella particolare disposizione nei confronti dell'azienda - e, soprattutto, dell'amministrazione comunale - cosa sarebbe accaduto sui giornali se il tamponamento fra due treni della metropolitana fosse avvenuto allora, prima dell'inizio delle magnifiche sorti e progressive dell'era Pisapia. Un putiferio mediatico, ecco a cosa avremmo assistito. E la Repubblica, ad esempio, avrebbe chiesto le dimissioni dell'allora presidente dell'Atm Elio Catania. Stavolta invece, il quotidiano più pisapiano di tutti ha dato la notizia - certamente importante se non altro per la sua singolarità - con poche righe nelle pagine nazionali e, bontà sua, con maggiore rilievo solo nelle pagine milanesi. Le cause dell'incidente? «Errore umano o malore», nessun dubbio. A possibili carenze di sicurezza, a inadeguatezza della gestione, a stress o insufficienza del personale stavolta non si è accennato neppure. D'altra parte la rimozione di Elio Catania dal vertice dell'Atm è stata una delle prime e più spregiudicate operazioni di spoils system (espressione inglese per dire lottizzazione in modo più elegante) compiute dalla giunta arancione appena insediata. E bisogna riconoscere che almeno in quel caso Pisapia fu sincero nello spiegarne le ragioni: Catania era amico della Moratti, non poteva restare al suo posto. E poco importava che fino ad allora avesse fatto un buon lavoro. Così come poco importa se da mesi decine di scale mobili sono bloccate in tante stazioni del metrò e le loro riparazioni procedono con lentezza esasperante. E altrettanto poco interessa se, mai come in questi mesi, i treni, anche i nuovissimi Meneghino, sono imbrattati dai graffiti e i mezzanini sono sporchi.

E ancora meno c'è da preoccuparsi se, dopo figuraccia della mancata inaugurazione della linea 5 in occasione della visita del Papa per l'Incontro mondiale delle famiglie, quel varo viene rimandato di mese in mese. Per non dire della povera linea 4 ridotta a un ridicolo moncherino di due stazioni da Linate a Forlanini. Importa poco perché adesso c'è Pisapia.

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