Il Comune: «Fa troppo caldo» E rispegne il riscaldamento

Il Comune: «Fa troppo caldo» E rispegne il riscaldamento

Ore 16, il termometro segna 24 gradi. In giro per Milano c'è gente in maniche corte, senza calze. Chi ha il cappotto lo porta sotto braccio. Eppure manca una settimana all'inizio di novembre. Il colpo di coda dell'estate sta durando più del dovuto e la Lombardia non ha nulla da invidiare alle ottobrate romane. Tuttavia da venerdì le temperature scenderanno e l'autunno comincerà sul serio, con qualche pioggia e il cielo coperto.
Allora sì che da lunedì prossimo i riscaldamenti saranno accesi 14 ore al giorno. Ora invece restano in funzione sette ore al massimo: tre ore e mezza al mattino (dalle 6,30 alle 10) e tre ore e mezza alla sera (dalle 18 alle 21,30). Gli orari delle docce. Di più sarebbe uno spreco di denaro ed energia. Le contraddizioni in parecchi appartamenti e negozi non mancano: c'è infatti chi accende l'aria condizionata pur avendo i caloriferi in funzione. Che significa: doppio spreco e bolletta salata.
Per questo l'associazione degli amministratori di condominio Anaci ha comunicato a tutte le ditte che si occupano di caldaie e ai fuochisti che è possibile regolare gli impianti su orari ridotti. Già, perchè i riscaldamenti sono in funzione dal 15 ottobre, come prevede la legge regionale, ma finora sono state solo un paio le giornate in cui c'è stato davvero bisogno di scaldare le case.
Da qui la proposta di Dario Guazzoni, presidente dell'Anaci di Milano: «Bisognerebbe tornare a ragionare sulle regole di trent'anni fa - spiega -. Allora i riscaldamenti si accendevano dal primo novembre alla fine di marzo. E quello scarto di 15 giorni rispetto ad oggi forse è più realistico. Ovviamente le regole devono essere flessibili rispetto al clima. Ma per un golfino in più in casa non muore nessuno». Anzi, le bollette sarebbero un po' più leggere e di questi tempi non guasta. Quindi dall'anno prossimo si potrebbe correggere il calendario dei caloriferi, che ora si accendono dal 15 ottobre e si spengono il 15 aprile.
Dato il perdurare di temperature alte, il Comune di Milano dà il buon esempio e ha deciso di far spegnere gli impianti di riscaldamento, finché all'interno non si registreranno temperature inferiori ai 18 gradi, sia di Palazzo Marino sia degli altri uffici comunali, fatta eccezione per asili, centri di assistenza per persone con disabilità e scuole.
«Per il secondo anno consecutivo, abbiamo deciso di adottare questa piccola misura, considerando la situazione favorevole del meteo, per dare il nostro contributo al risparmio energetico e per limitare le emissioni inquinanti nell'ambiente» spiegano l'assessore al Demanio Lucia Castellano e l'assessore all'Ambiente Pierfrancesco Maran. «Vogliamo chiedere per questo anche ai milanesi di accendere i riscaldamenti il meno possibile, limitandosi a quegli orari in cui è davvero necessario, finché le temperature non si abbasseranno».
Man mano che si svilupperà l'auto regolazione degli impianti, ognuno potrà essere più indipendente senza per forza sottostare alle regole del condominio.

Nonostante l'uso intelligente delle caldaie, i livelli di polveri sottili in città restano al di spora delle soglie di allarme: ieri le centraline anti smog hanno registrato 52 microgrammi di Pm10 per un metro quadrato d'aria.

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