Comune, moschee per tutti E arrivano esposti e ricorsi

Più moschee per tutti su terreni messi a bando dal Comune. Ma prima ancora di stabilire come, quando e perché, un dato è incontestabile: Palazzo Marino ha ceduto, mostrando una perniciosa mancanza di fermezza. È il classico «penultimatum» e funziona così: il Comune riceve una richiesta, e condiziona l'assenso al verificarsi di una condizione. Poi, pur non essendosi verificata la condizione preliminare, accoglie comunque la richiesta. È esattamente quel che accaduto e basta andarsi a rileggere i resoconti dell'incontro di un mese da in largo Treves per avere la conferma. In quel vertice fra l'assessore Pierfrancesco Majorino e i leader dei centri islamici si disse: un'area comunale per costruire un luogo di culto sarà concessa solo in presenza di un accordo fra le varie associazioni. Un mese dopo, come prevedibile, l'accordo non è arrivato, anzi ci sono stati ulteriori dissidi nel mondo dei centri musulmani milanesi, e il Comune ha deciso di concedere più aree per far realizzare più moschee. Che sia una resa totale lo fa capire anche l'esultanza del Caim, il coordinamento dei centri che riunisce una ventina di realtà religiose-culturali fra Milano e Brianza. «Il Comune - dice Davide Piccardo, coordinatore del Caim - metterà a disposizione attraverso un bando delle aree pubbliche per costruire diverse moschee. Riteniamo questa una soluzione di grande buon senso, per arrivarci sono serviti anni di lavoro, favore del diritto di culto che abbiamo portato avanti con determinazione e perseveranza».
Il centrodestra si prepara a una battaglia in Consiglio comunale e non solo. La Lega chiede un referendum e col segretario Igor Iezzi dice: «Useremo qualsiasi mezzo per fermarli». Il consigliere Max Bastoni attacca: «Non è compito dell'amministrazione comunale fare da agente immobiliare o cacciatore di terreni per i fedeli di qualunque religione, motivo per cui sconcerta la pervicacia dell'assessore Majorino». Per la Lega l'assessore ha «fallito la sua missione di paraninfo delle svariate anime del mondo musulmano». L'ex vicesindaco Riccardo De Corato avverte che «il danno erariale può venire anche dal fatto che vengono occupate delle aree pubbliche che hanno un valore». «Per questo - preannuncia - alla prima assegnazione partirebbe subito un ricorso alla corte dei conti. In più valuteremmo anche l'opportunità di rivolgerci alla procura della Repubblica». Critiche anche dai «moderati» del Nuovo Centrodestra: «Pisapia, e con lui i suoi quattro assessori che si sono rimbalzati la delega in questi tre anni - dice il consigliere Matteo Forte - ha fallito su tutta la linea».
Majorino è l'assessore che si è esposto sulla trattativa dopo che Ada Lucia De Cesaris, a dir poco scettica, gli ha passato la «grana»: «Il centrodestra si lamenta ma in realtà rosica - ha detto Majorino - perché finalmente Milano sta imboccando una strada importante: quella di lavorare per recuperare aree degradate, senza fare spendere un euro al Comune e garantire il diritto di culto, non certo solo ai fedeli di religione islamica».

Poi ha garantito che tutto «dovrà avvenire a costo zero per il Comune, attraverso la riqualificazione di edifici pubblici o aree degradate, e secondo il rispetto di regole che permettano di veder realizzati progetti trasparenti e fedeli a quanto stabilito dalla Costituzione.

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