In Comune nessuna svolta: maggioranza divisa su tutto

La «Milano Radicalmente Nuova» stenta a decollare a Palazzo Marino. Al di là delle divisioni tra anime laiche e cattoliche, sembra che su un punto la maggioranza sia d'accordo: solo una proposta su quattro presentate dai Radicali e Sel potrebbe vedere effettivamente la luce, il registro del testamento biologico.
Opposte le posizioni all'interno del Pd, principale partito di maggioranza. Se Andrea Fanzago, vice capogruppo e anima cattolica chiude in modo netto - «non condivido questo sbandamento verso i Radicali» -, anche a livello di merito «Su questi argomenti il Comune ha scarsissime competenze». Molto diversa è la posizione di Maria Elisa D'Amico, voce liberale del partito e prima firmataria della delibera per il registro delle coppie di fatto, che ha anche sostenuto la campagna «Io scelgo» per l'istituzione del registro delle ultime volontà: «Il Comune ovviamente non può modificare il Codice civile, ma deve occuparsi di questi temi, come hanno chiesto espressamente i cittadini». In particolare «il registro del testamento biologico dà un contributo importante al dibattito culturale. Così il dibattito consigliare indica un metodo anche per il Parlamento». Certo dal punto di vista «tecnico» - ammette la docente di Diritto costituzionale - «non aggiunge nulla, aumenta la rilevanza pubblica della dichiarazione personale di volontà». A fare sintesi ci pensa Carmela Rozza, capogruppo del Pd: «Si tratta di un argomento che non si può liquidare con programmi elettorali o dibattiti tra maggioranze e opposizione, la discussione va affrontata a livello culturale, più che amministrativo. Ha ragione Fanzago: non ne abbiamo mai discusso, ci saranno sicuramente momenti di confronto nel Pd, ma voglio essere chiara - specifica Rozza - non ci saranno posizioni di partito». Fanzago e il PdL pongono un problema di merito: l'amministrazione non ha competenze su questi temi. «Il registro del testamento biologico ha il valore di atto politico, che si aggiunge al valore della chiara espressione della volontà dell'individuo. Su questo credo che ci possa essere una maggioranza e che si possa arrivare a una delibera». La stanza del buco? «Sono assolutamente contraria, si affronti invece il tema della droga seriamente: non siamo più negli anni Settanta e l'emergenza adesso sono i giovani e le droghe sintetiche. Promuoviamo una campagna informativa nelle scuole». I quartieri a luci rosse? «Non è competenza del Comune - chiarisce Rozza e poi la prostituzione e le case chiuse sono illegali, mi pare».
Difficile pensare che le altre proposte, stanze del buco, quartieri a luci rosse in particolare, - ammette la maggioranza arancione - possano concretizzarsi in qualcosa. Anche per la consigliera della Lista Civica Milano per Pisapia Elisabetta Strada si può ragionare sul registro del testamento biologico che «avrebbe il valore di un segnale politico».

La definisce «una battaglia di emancipazione del pensiero» Anita Sonego capogruppo della Lista della Sinistra: «i cittadini ci hanno chiesto di prendere posizione, anche se a livello pratico solo il registro del testamento biologico potrà vedere la luce».

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