«Il Comune revochi area C alle auto a gpl e metano: aveva favorito l'acquisto»

Il Municipio 9 critica la giunta: aveva promosso la campagna del ministero. Ora chiede il pedaggio

Michelangelo Bonessa

Prima spingono a comprare auto a gpl o metano, poi le tassano. L'intenzione della giunta Sala di chiedere il pagamento del ticket per Area C a queste vetture è sembrato un controsenso al Municipio 9 che ha chiesto a Palazzo Marino un passo indietro: da una parte si incentivano, con contributi fino a mille euro, gli acquisti di queste macchine perché a basso impatto ambientale, dall'altra si impone una gabella proprio per limitare l'inquinamento.

Milano è tra i 674 comuni italiani che hanno aderito a una campagna ministeriale partita il 22 marzo proprio per convincere gli italiani a convertirsi alle auto meno inquinanti. Due milioni di euro di dotazione tra le varie misure, si rivolge a chi ha una Euro 2 o 3 e chi ha veicoli commerciali, che remano in direzione opposta all'Amministrazione cittadina. Dal Comune infatti hanno annunciato l'intenzione di sottoporre dal 2017 anche le macchine meno inquinanti come quelle a gpl o metano al balzello di Area C.

La misura colpirebbe in particolare proprio quei piccoli artigiani e commercianti che, per poter accedere liberamente al centro cittadino, hanno investito i propri soldi per cambiare l'auto di lavoro. Motivo per il quale il Municipio 9 ha chiesto a Palazzo Marino, tramite una mozione presentata da Enrico Turato di Fratelli d'Italia, di tornare sui propri passi: «Verificato che è scientificamente provato il basso impatto ambientale del carburante Gpl ed il minimo impatto ambientale del carburante metano e che molti cittadini residenti, sia del centro storico, sia di tutta la città di Milano nonché artigiani, hanno scelto l'uso di autoveicoli a Gpl e metano palesemente dichiarati a basso impatto ambientale anche per una serie di agevolazioni esistenti, non ultima la possibilità di accedere ad Area C senza pagare il ticket di ingresso chiede all'Amministrazione Comunale di rivedere il provvedimento restrittivo degli accessi».

Se il sindaco sospeso Giuseppe Sala e l'assessore alla Mobilità Marco Granelli decideranno di ascoltare il Consiglio di zona non si sa: il primo sta decidendo se continuare a esercitare le sue funzioni nonostante la seconda iscrizione nel registro degli indagati. La prima fu per una denuncia della società Museo del Tempo in merito all'affare delle monete di Expo 2015. Granelli invece, lamentano da più di un municipio, difficilmente risponde alle sollecitazioni di consiglieri e assessori del territorio. Un esempio è l'incrocio tra via Pellegrino Rossi e via Astesani: in un mese si sono verificati quattro incidenti con feriti, l'ultimo due sere fa, in corrispondenza con le strisce pedonali.

Tutto un tratto della prima strada, una delle arterie del traffico nella parte nord della città, manca di «un'illuminazione sufficiente», denuncia Turato. Inoltre proprio il passaggio pedonale si potrebbe arretrare «in modo tale da non averle direttamente vicino all'intersezione». Però Granelli tace.

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