Il Comune (al verde) mette in palio il verde. Si ingrossano le fila dei milanesi- giardinieri: in aumento il numero dei cittadini che si prenderanno cura di aiuole, giardinetti, rotonde. Prende sempre più piede nella giunta arancione, alla prese con la mancanza totale di risorse, il modello della sottoscrizione popolare. Sdoganata la colletta, quindi. Se per il restauro del teatro Lirico da 16 milioni di euro l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza chiede ai cittadini di partecipare con un contributo riconosciuto (in cambio la targa su un mattoncino) e il collega ai Servizi civici Franco D'Alfonso cerca di raccogliere 25 milioni per restaurare i monumenti del cimitero Maggiore, ieri è toccato all'assessore al Verde. Chiara Bisconti ha chiesto la collaborazione della cittadinanza per la manutenzione del verde.
Ieri l'assessore ha presentato il nuovo piano del verde, o meglio la sua «visione» che verrà recepita dalla giunta come linee guida, «una rivoluzione se i cittadini lo vorranno». Una frase che non è certo casuale: al punto 6, infatti, si legge «Una buona governance si basa sulla qualità partecipativa del processo di condivisione e di continua implementazione di tale visione sotto il ruolo di regolatore dell'amministrazione comunale centrale e delle zone di decentramento in concorso con altri enti competenti sul territorio e sulla sussidiarietà pubblico - privata. Esempio di questo modello sono la compartecipazione dei cittadini nella gestione delle aree verdi, gli orti urbani...La partecipazione diretta alla cura del verde ha la finalità di ampliare i servizi offerti, instaurare una cittadinanza attiva che senta proprio il territorio...». Tradotto: «L'amministrazione dà le linee guida ma non ha le risorse - spiega Carlo Monguzzi, presidente della Commissione Ambiente - quindi i cittadini hanno la responsabilità di partecipare alla manutenzione del verde».
Oltre alla visione «green», ci sono motivi più concreti: nel 2014 scadrà il contratto con la Global service, che si occupa della gestione e della manutenzione di parchi e giardini. Un appalto da 23 milioni di euro l'anno che Palazzo Marino ora vuole ripensare. Intanto è già partita l'«operazione risparmio»: sono stati «liberati» 10mila metri quadrati di aiuole ornamentali, che sono tornate prato. È successo a Pagano e a villa Reale. «Così si liberano risorse - spiega l'assessore - che possiamo investire nella manutenzione straordinaria. Il discorso è: a parità di risorse, risparmiamo sulla manutenzione ordinaria per investire sull'ampliamento del verde come chiede tra l'altro uno dei referendum popolari».
Si scrive «collaborazione tecnica» si legge un contratto con l'amministrazione della durata di un anno, ma rinnovabile fino a tre, per potersi occupare direttamente di un aiuola, un parco, un pezzetto di verde.