Il Comune taglia le bollicine ai consiglieri. Champagne? No, l'acqua minerale. La campagna anti-casta inizia a sfiorare gli eccessi. Perchè è giustissima una stretta sui pass per la sosta, ok il taglio dei biglietti per la Prima della Scala (così l'incasso viene destinato a iniziative di solidarietà), ma contando che lo stipendio dei politici a Palazzo Marino è modesto, intorno ai mille euro al mese, e le spese dei gruppi hanno confermato un comportamento virtuoso da parte dei partiti, questa «manovra» forse si poteva evitare. Tant'è, nei giorni scorsi i gruppi consiliari hanno ricevuto una infomativa tranchant. «Si comunica che, nelle more della definizione degli stanziamenti di bilancio destinati al funzionamento della Presidenza, è sospesa la fornitura dell'acqua minerale. Si coglie l'occasione per ricordare che tale fornitura è destinata al consumo da parte dei consiglieri in occasione di attività legate all'attività politico - istituzionale». Per fortuna, ironizza il consigliere di Sel Luca Gibillini, «personalmente bevo poca acqua che, come diceva mio nonno, fa ruggine. Ma mi sembra che corriamo tutti il rischio, in buonafede e in nome di necessari risparmi alla spesa pubblica, di proseguire nello svilimento della politica a favore di tutt'altri poteri».
Un taglio più simbolico che efficace, in effetti: il rifornimento di bottigliette d'acqua ai consiglieri ammontava a 3mila euro l'anno. Il presidente dell'aula Basilio Rizzo rassicura: «Affiderò ad Mm uno studio sulla mineralizzazione dell'acqua del rubinetto».
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