Cronaca locale

Il Comune taglia i controlli e via Padova non ringrazia

Con la giunta Moratti ispezionati oltre 350 appartamenti alla ricerca di irregolari, subaffitti e degrado. Con Pisapia le verifiche sono state 58

C'era una volta la giunta di centrodestra, quella delle ordinanze per la sicurezza. E' il febbraio 2010 e il sindaco Moratti dà il via alla verifica da parte dei vigili dei contratti d'affitto nella zona di via Padova. L'obiettivo è semplice: verificare che negli stabili ci siano le persone segnalate per controllare la regolarità di chi vi abita, ostacolare il proliferare delle locazioni «in nero» da parte dei proprietari delle case.

La zona di via Padova è da tempo al centro di una serie di situazioni, tra il degrado e la criminalità, che minano fortemente la sicurezza del quartiere. Nello stesso periodo, da queste pagine, si documenta il sovraffollamento degli appartamenti con dieci immigrati stipati su letti a castello in poco più di venti metri quadri, stabili fatiscenti dove regnano illegalità e assenza delle più semplici norme di igiene. Sono in molti casi gli stessi immigrati a denunciare lo stato in cui versa l'intero quartiere.

Il Comune di Milano ottiene l'adesione anche degli amministratori di condominio e fino alla prima metà del 2011 tutto sembra procedere senza intoppi. «Siamo riusciti a verificare un migliaio di contratti di locazione – ricorda l'ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato – dopo di che in caso di irregolarità procedevamo con esposti alla Procura di Milano. Così facendo siamo riusciti in poco più di un anno a ridimensionare il fenomeno dei letti a castello, denunciare i proprietari italiani e gli immigrati clandestini».

Ora, nell'aprile 2013, la situazione pare però ritornata al punto di partenza. Da una rapida visita ad alcuni condomini del quartiere molti appartamenti risultano ancora affollati da cittadini stranieri che a turno si alternano sui letti a castello stile carcere di San Vittore. In buona parte dei casi si tratta di appartamenti affittati ad uno di loro, con regolare permesso di soggiorno, che a sua volta subaffitta ad altri connazionali non sempre in regola.

I proprietari, ben consapevoli di quello che accade nelle loro case, sono generalmente italiani anche se ultimamente si sono aggiunti alla categoria anche i cinesi e gli egiziani. Inutile chiedere agli occupanti se sono contenti di vivere uno sopra l'altro. Scrollano le spalle, più rassegnati che a disagio, incastrati da ricatti e necessità.

L'assessore alla sicurezza Marco Granelli non è di questo avviso. Segnala che dal 2011 ad oggi la polizia locale ha individuato in tutta la città 58 appartamenti operando ben 36 sequestri. Dati che se messi a confronto con l'attività svolta nel solo 2010 con la giunta di centrodestra rivelano un profondo gap: 353 appartamenti controllati, con 924 identificazioni, 306 denunce e 31 arresti di cui 26 a clandestini.

Intanto sulle strade del quartiere Padova sempre più spesso va di scena la solita tragica commedia: arabi e sudamericani che si prendono a cinghiate come il 7 aprile scorso, oppure il mese prima un controllore Atm che incautamente chiede il biglietto ai viaggiatori sulla linea 56 ottenendo come risposta una coltellata. Se si affievoliscono i controlli, inevitabilmente cresce lo strapotere di una malavita composta da disperati pronti a tutto per pochi euro.

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