Il Comune vuole cancellare il campo da polo

Tutti in difesa del campo da polo. Politici, associazioni e cittadini sono schierati per impedire che la struttura sportiva di via Della Rovere diventi un groviera: il Demanio ha acquisito l'area, l'ex piazza d'armi della caserma Perrucchetti, dall'Esercito e da settembre partiranno dei carotaggi sul terreno per verificarne la qualità. Il timore delle istituzioni è che in quel terreno, in passato luogo di esercitazioni militari, ci sia dell'amianto. Ma la conseguenza di carotaggi e soprattuto dell'eventuale bonifica sarebbe che l'unica zona ordinata, 480 metri per 160 su 35 ettari di bosco totali, verrebbe devastata. E con la beffa che magari un domani potrebbe essere ricostruita, con i vincoli urbanistici che prevedono che la metà dell'area debba comunque ospitare verde pubblico e strutture sportive, ma realizzate con soldi pubblici. Intanto il campo regolamentare, costato ai privati circa 400mila euro, sarebbe distrutto privando Milano dell'unico luogo in grado di ospitare eventi internazionali di polo. L'iniziativa di Palazzo Marino è stata portata avanti con una disinvoltura: gli appassionati di questo sport equestre hanno ricevuto a fine luglio l'ultima letterina dal Comune che li informava che non potevano più utilizzare il campo perché il 17 si era completato il passaggio di proprietà. Le proposte inviate dagli sportivi per aggiungere attività come l'ippoterapia - una missiva era stata inviata in piazza Scala a novembre 2014 - ed espandersi hanno avuto solo repliche formali senza esiti pratici.

«Gli stessi militari sembrano non saperne niente – racconta Renato Bolognaro, portavoce del club – perché continuano a pattugliare l'area come quando era dell'Esercito». «Il Comune conosceva questa realtà – ha detto Alessandro Morelli, Lega Nord- perciò non si può dire che nessuno sapeva: tra l'altro per una volta si tratta di qualcuno che mette in piedi attività senza chiedere sovvenzioni al Comune». Il destino è a rischio, spiegano i leghisti, perché una volta che si sarà iniziato a costruire non si potrà tornare indietro. I fagiani e le volpi saranno sfrattati insieme ai cavalli, con un controsenso che pare evidente visto che questa giunta ha rivendicato come propria iniziativa fondamentale la revisione del Piano di governo del territorio in senso ambientalista. Adesso sembrano essersi ribaltate le parti: Pisapia e la sinistra al governo chiudono uno spazio verde che il centrodestra invece difende. Forse la fretta del Comune, arrivata a un passo dalla scadenza del protocollo con le Forze Armate, non è casuale: secondo il documento è già la seconda volta che viene firmato un accordo per il riutilizzo delle caserme dismesse come la Mameli di viale Suzzani o parte della Perrucchetti, ma il primo è scaduto 5 anni fa. Forse per non perdere la faccia, stavolta a Palazzo Marino hanno ingranato le marce. Ribadendo che «la verifica dei terreni e l'eventuale bonifica rappresentano un passaggio fondamentale per la tutela della salute dei cittadini».

Un attivismo che non piace ai cavallerizzi, né a Franco Spatola, titolare del campo sportivo Visconti adiacente all'area, né al rappresentante di Mylandog, associazione animalista della zona che ha lanciato l'idea di una manifestazione di pacifica resistenza per combattere il pericolo carotaggi.

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