Comuni in crisi e strade a pezzi: cancellata la corsa di Gimondi

Comuni in crisi e strade a pezzi: cancellata la corsa di Gimondi

Si sono sempre fatti un fondo così, eppure per il fondo i ciclisti ora rischiano seriamente di non poter più correre.
Il momento è delicato. Sono riusciti a fermare anche Felice Gimondi, o meglio, «La» Felice Gimondi, intesa come Granfondo, una delle più belle e accreditate dell'intero calendario nazionale. Il perché? Per impraticabilità delle strade. Nell'Italia della crisi, oltre allo spread e alla disoccupazione che sale alle stelle, ci sono anche le strade che sono un vero colabrodo.
Strade bloccate, piene di buche, automobilisti costretti a zigzagare per non rimetterci sospensioni e cerchioni, corse ciclistiche annullate per impraticabilità delle strade. Niente gran fondo, per il fondo stradale che non c'è più.
Il ciclismo fa acqua, e le falle sono visibili ad occhio nudo sulle arterie stradali della provincia di Bergamo, ma non solo lì. Siamo in stato d'allarme.
Se le cose non vanno in una delle Province più ricche d'Italia, figuriamoci altrove. I sindaci, la Provincia, non ne vogliono più sapere di denunce e cause per danni recati ai cittadini. Quindi, fin quando la situazione non sarà migliore, addio corse.
Per il momento addio alla Gran Fondo Felice Gimondi, che nei suoi primi 17 anni ha portato in sella 70 mila ciclisti. L'edizione 2013 non ci sarà. I motivi, ce lo ha spiegato Felice Gimondi stesso, che con Beppe Manenti, presidente della società organizzatrice, per anni ha allestito una delle manifestioni più apprezzate dai cicloamatori. «A malincuore quest'anno stiamo fermi -ci spiega il grande campione di Sedrina, che ha da poco tagliato il traguardo dei 70 anni -. Fermi per impraticabilità delle strade e per i conseguenti dinieghi da parte della Provincia che, già nel 2012, aveva reso difficile la vita a noi organizzatori, costringendoci - a cinque giorni dalla manifestazione - a modificare il percorso medio (sostituendo il Colle Gallo con la salita di Bianzano) e a cancellare quello lungo. Una questione che non ha riguardato solo la nostra corsa, ma un'altra quindicina di gare, tra cui la tappa del Giro d'Italia con arrivo a Pian dei Resinelli».
In alcuni casi, come per la corsa rosa e la Gimondi, si sono trovate delle soluzione alternative, in altre le corse sono state semplicemente cancellate e amen.
Ma quello che oggi sembra essere solo un problema della Bergamasca, potrebbe diventare fatalmente dell'Italia intera: buche che fanno sobbalzare pullman e camion, moto costrette a fare slalom per non perdere il controllo, crepe profonde scavate dall'acqua e dal gelo. In attesa che l'Anas faccia partire i lavori attesi da anni e annunciati per la primavera, la Provincia decide d'intervenire in anticipo e bloccare tutto: da metà febbraio si viaggia ad una sola corsia su entrambi i sensi di marcia. L'ha deciso Renato Stilliti, dirigente del settore viabilità della Provincia, aspettando che l'Anas avvii gli interventi.


E se ieri la situazione sembrava difficile, quest'anno potrebbe essere ancora peggio. La politica deve fare la sua parte, così come Renato Di Rocco, il presidente della Federazione Ciclistica Italiana: questa è una vera e propria emergenza. Il ciclismo chiede strada, e per lo meno le strade.

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