
Il sogno ricorrente di tutte le rock band più famose? Per quanto paradossale possa sembrare, sfuggire alla routine del mega happening dal vivo in stadi e palazzetti in giro per il mondo, per riassaporare l'atmosfera dei piccoli club, quelli nei quali erano di casa all'inizio della carriera e che quando suoni senti il fiato sul collo dei fan.
Quel sogno il trio punk-rock californiano dei Green Day l'ha realizzato mercoledì sera a Milano. In un circolo Arci di via Benaco, ribattezzato Associazione Ohibò, a due passi dalla stazione ferroviaria di Porta Romana.
Nel capoluogo lombardo per la data del tour mondiale di venerdì sera a FieraMilano Live, in programma nell'arena concerti del nuovo polo fieristico di Rho-Pero, sulla scia della trilogia di inediti a tutto punk-pop «¡Uno!», «¡Dos!» e «¡Tré!», uscita tra settembre e dicembre 2012, Billy Joe Armstrong (voce e chitarra ritmica), Mike Dirnt (basso) e Tre Cool (batteria) - assieme alla new entry, il chitarrista Jason White -, hanno dato vita a un improvvisato set di un'ora scarsa davanti a un centinaio di fan increduli e, ovvio, entusiasti, molti dei quali richiamati sul posto dal tam tam dei social network.
I Green Day erano andati lì per assistere allo show dei rocker californiani di Hollywood Prima Donna, il cui leader è Kevin Preston, amico di vecchia data di Billie Joe Armstrong (i due hanno tra l'altro messo in piedi insieme il progetto parallelo Foxboro Hot Tubs) e, una volta vista la location, hanno preso l'occasione al volo. Si sono fatti prestare gli strumenti dagli amici/colleghi e via... per una scaletta che, come ha precisato Armstrong, è stata un modo per rievocare i successi degli esordi.
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