Consiglio comunale in carcere: «Pene alternative alla cella»

Consiglio comunale in carcere: «Pene alternative alla cella»

Il microfono è uno solo per tutti, non ci sono banchi né connessione Internet. E per dare inizio alla seduta, il presidente Basilio Rizzo suona un campanaccio. Il Consiglio comunale esce per la prima volta dall'aula di Palazzo Marino e si riunisce eccezionalmente al secondo piano del quarto raggio del carcere di San Vittore. Non c'è bar, non ci sono bagni, nemmeno è possibile accendere il cellulare. Ma l'assemblea è forse una delle più riuscite: nessuno urla, nessuno si accavalla alle parole degli altri come è consuetudine da un po' di tempo a questa parte.
I 35 consiglieri presenti votano la nascita di una nuova figura: il garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Unico astenuto: l'ex poliziotto Carmine Abagnale. I primi ad applaudire sono i detenuti (1.700 quelli rinchiusi a San Vittore) che, con una delegazione, assistono all'assemblea andata in scena in mezzo alle celle. «Sentiamo che i tempi sono maturi perché qualcosa si smuova - interviene a loro nome Antonio Iannetta -. Noi crediamo nella possibilità di un carcere dove, nonostante la drammaticità della situazione, ci possa essere la speranza».
Ma, al di là dell'istituzione del nuovo garante, quel che emerge dalla seduta in trasferta è un'intenzione bipartisan a cambiare le regole. Innanzitutto per trovare misure alternative alla detenzione. «Ora dobbiamo avere il coraggio di passare da un comune sentire a un comune agire - sprona il sindaco Giuliano Pisapia -. Da Milano parte un appello a tutto il Paese e al Parlamento per valorizzare soluzioni più efficaci del carcere». Tra gli interventi più applauditi dai detenuti quello di Mirko Mazzali (Sel) che ha trattenuto a stento le lacrime. «Per anni mi sono battuto per ottenere una società senza carcere, ora mi accontenterei di un carcere più umano». Tra le sue proposte, oltre all'amnistia, anche l'affidamento di una parte delle commesse del Comune alle cooperative dei detenuti. A difendere i diritti dei detenuti anche Marco Cappato (Radicali), l'ideatore della seduta del Consiglio in carcere e sul carcere. A nome del Pdl, il consigliere Matteo Forte fa due conti per sostenere i vantaggi delle misure extra carcere: «Contando che ogni detenuto costa 132 euro, risparmieremmo qualcosa come due miliardi. Inoltre è stato dimostrato che chi sconta la pena fuori dal carcere ha la metà delle possibilità di ripetere il reato». Massimiliano Bastoni (Lega) sposta l'attenzione dai carcerati agli agenti di polizia penitenziaria: «Loro - interviene - non possono contare su associazioni di volontari che li assistono, vengono dimenticati ma hanno buste paga basse e spese elevate, soprattutto quelli che vivono lontano da casa». Prende parte alla seduta anche Luigi Pagano, che per 16 anni ha diretto San Vittore: «Il carcere - è intervenuto - non è una discarica sociale ma va pensato nell'ottica del reinserimento». E un primo passo in questa direzione viene proprio fatto grazie al nuovo garante. La nomina spetterà a Pisapia «fra persone d'indiscusso prestigio - è scritto nel testo votato - e di notoria fama nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani o nelle attività sociali». L'incarico, della durata di tre anni, è rinnovabile una sola volta.

Tra i compiti della nuova figura ci sarà quello di «mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica e costante l'informazione sulle condizioni dei luoghi di reclusione». Il garante terrà sotto controllo anche la ristrutturazione dei raggi chiusi a San Vittore: i lavori dovrebbero partire nel 2013.

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