E va bene che di questi tempi i giovani si devono adattare, ma in questo caso - dice il giudice - si è passato il segno. Per la corte d'Appello, infatti, Abercrombie (la rinomata catena di abbiagliamento con negozi molto cool) discrimina i lavoratori con meno di 25 anni, perché li assume con contratti di lavoro particolarmente svantaggiosi non tanto in ragione dello stato di disoccupazione, ma solo in virtù della loro età anagrafica.
Le toghe, dunque, hanno condannato l'azienda a reintegrare un 27enne che nel 2010 era stato assunto con un contratto a chiamata, ma che in realtà svolgeva un lavoro a tempo determinato con orario part-time, finendo poi per licenziarlo una volta compiuti i 25 anni. Da quel giorno, il ragazzo non è stato più chiamato a lavorare e dopo diverse sollecitazioni l'ufficio risorse di Abercrombie gli ha risposto via email che «Il tuo rapporto di lavoro con l'azienda è terminato in data 26.7.2012 a causa del venir meno del requisito soggettivo dell'età». Ebbene, per i legali - e ora anche per i giudici - l'azienda ha discriminato il lavoratore e come lui tanti altri giovani, perché gli ha imposto un contratto molto svantaggioso solo in virtù dell'età.
Una possibilità prevista dalla normativa italiana vigente dopo la riforma Fornero, scrivono i legali del ragazzo nel ricorso, ma vietata da quella comunitaria, secondo la quale un contratto
più svantaggioso per il lavoratore rispetto a quello ordinario a tempo indeterminato può essere proposto solo per «perseguire l'obiettivo legittimo di favorire l'occupazione di soggetti con difficoltà di accesso al lavoro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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