Un corteo anti immigrazione ma via Padova è musulmana

Un corteo anti immigrazione ma via Padova è musulmana

Una fiaccolata anti-immigrazione in via Padova. La Lega scenderà in piazza stasera nel cuore della Milano multietnica (così come in altre cinquanta città italiane) per dire «basta stranieri». E la minacciata presenza dei centri sociali, che parlano di un contro-presidio, fa temere anche che ci possano essere scontri. Ma il nuovo corso del Carroccio guidato da Matteo Salvini punta molto sulla richiesta di uno stop ai flussi migratori, anche sull'onda del recente referendum svizzero. E il «freno all'invasione», come dicono in via Bellerio, viene collegato al tema della disoccupazione. Secondo Salvini, che sarà presente alle 18 al sit-in, occorre «bloccare l'immigrazione che fa concorrenza a basso costo ai lavoratori italiani».
Ricetta esattamente opposta rispetto a quella che sta seguendo l'Amministrazione comunale di Milano. Lo confermano tante scelte, grandi o piccole, per esempio un progetto che è stato varato per un impianto comunale proprio in via Padova (anzi, in una traversa, via Cambini). La piscina di questo che è uno dei quartieri a maggior tasso di immigrazione della città, lo ha raccontato ieri «La Repubblica», sarà infatti caratterizzata da una significativa novità progettuale: ci sarà uno spogliatoio separato per le donne musulmane, che non utilizzano per motivi religiosi gli stessi costumi che oggi vanno per la maggiore, e indossano al contrario una sorta di leggera tuta da sub che non lascia scoperta alcuna parte del corpo (loro stesse la chiamano scherzosamente «burkini»). Per evitare imbarazzi reciproci legati alla (normale) parziale «nudità» delle altre utenti dell'impianto, insomma, saranno installate pareti mobili, separé o pannelli. Una misura che è accettata di buon grado dagli amministratori, di zona e Comune, che tuttavia - come ha sottolineato l'assessore Chiara Bisconti sempre a Repubblica - tengono a escludere «strutture chiuse per questa o quella categoria di utenti». Ovviamente è completamente ribaltato il punto di vista del Carroccio. «Lavoro, case e servizi pubblici agli italiani, prima che agli stranieri» questo il succo del messaggio leghista. Anche a Milano. «L'amministrazione comunale - secondo il segretario provinciale Igor Iezzi - ha dimenticato i milanesi. Pisapia ormai governa solo per gli stranieri egli immigrati si prendono tutto, lavoro, soldi e case e i milanesi rimangono a bocca asciutta trattati solo come contribuenti. Il problema, lo ripetiamo, non sono certo gli immigrati ma i troppi immigrati. Il troppo stroppia».

Iezzi, che è anche consigliere comunale, cita due dati: «Nell'ultima graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari - ha spiegato alla Padania - nei primi 150 posti 87 erano stranieri, circa il 60% quando la presenza di stranieri a Milano è intorno al 20%». Non solo - continua il leghista - «i contributi per disagio acuto del Comune sono andati solo per il 30% agli italiani, tutto il resto agli stranieri. È uno squilibrio evidente e ingiusto al quale diciamo basta».

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