Coronavirus

"Così abbiamo sfidato il coprifuoco per il coronavirus"

Mario Zanisi e il suo socio Samuele Marchetto hanno deciso di aprire il loro pub, il Piccolo Birrificio Brioschi, a partire da mezzogiorno, aggirando così il coprifuoco imposto la settimana scorsa

"Così abbiamo sfidato il coprifuoco per il coronavirus"

La paura per il coronavirus non ha fermato il proverbiale spirito imprenditoriale dei milanesi. Mario Zanisi, insieme al suo socio Samuele Marchetto, ha deciso di aprire il suo pub, il Piccolo Birrificio Brioschi, a partire da mezzogiorno, aggirando così il coprifuoco che era stato imposto la settimana scorsa da lunedì fino a mercoledì compreso.

Ci può spiegare i motivi di questa scelta?

"Lunedì siamo stati chiusi e, poi, abbiamo deciso di aprire a mezzogiorno, anche solo sei ore, per vedere come sarebbe andata la giornata proprio perché campiamo di questa attività. Anziché rimanere chiusi, perdere del denaro e non far lavorare i dipendenti, abbiamo preferito aprire la mattina nonostante la gente non sapesse che noi fossimo un locale diurno. È stato un rischio, ma l'abbiamo fatto un po’ per 'ribellione'".

In che senso "per ribellione"?

"Non aveva molto senso che di giorno fossero aperti i ristoranti e i bar con centinaia di persone dentro, mentre i pub restassero chiusi, come se ci fosse una sorta di “razzismo” nei confronti di questo tipo di locali. Che, poi, non è che il coronavirus dopo le 18 non circola più... Per fortuna già da mercoledì sera abbiamo potuto riaprire, forse perché chi aveva stabilito il coprifuoco deve aver capito che non si possono tenere chiuse tutte queste attività in una città come Milano".

In sostanza, ritiene che sia stato un "coprifuoco" ingiusto?

"Se ci fosse stato un divieto generale per cui tutte le attività rimanevano chiuse, avrebbe avuto più senso. Che si consenta l'assembramento di giorno e non la sera non sta in piedi. Era una cosa senza senso, fatta perché qualcuno ha dovuto prendere una decisione affrettata e, infatti, nel giro di 36-48 l’hanno rivista".

E dal punto di vista puramente economico non avete guadagnato molto con questa iniziativa?

"Premetto che non l'abbiamo fatto per soldi. L’incasso del primo giorno è stato decente pari al 40%, mentre il giorno dopo il 20-30%. Le vendite non sono andate né bene né male, ma almeno abbiamo dato un segnale e coperto due spese. È stato, però, carino vedere che, aprendo a pranzo, non sono venuti molti forestieri, ma c’è stata una grande solidarietà da parte dei nostri amici e anche dei gestori di altri locali. C’è stata un’atmosfera e una unione che in altre situazioni non si sarebbe creata. La Milano della notte che, quando finisci di lavorare, vuoi solo svagarti e rilassarti".

E adesso cosa vi impedisce di guadagnare come prima?

"Il nostro è un tipico pub in stile inglese che si trova in una via un po’ nascosta, non ci passi per caso. I locali nascosti sono i migliori, non quelli sui Navigli. Ora, però, stiamo lavorando come un ristorante perché, per il momento, i clienti che entrano devono necessariamente sedersi. Non possono stare al bancone. Abbiamo tolto gli sgabelli dal bancone perché c’è una restrizione ancora in vigore per evitare l’assembramento. Addirittura se qualcuno esce per fumare deve stare a debita distanza l’uno dall’altro. Tutte regole anti-pub perché il pub vive del bancone. Noi stiamo vivendo una realtà triste da ristorante, ma è bello vedere che la gente viene lo stesso, si siede e ci dice: “vabbè io mi siedo, ci vediamo dopo”.

La vostra clientela non si lascia scoraggiare dal virus?

"La gente, secondo me, dopo aver appreso per tutta la giornata le brutte notizie sul coronavirus, hai comunque voglia di andare al pub, un luogo di svago che non può mancare per chi vive in una metropoli come Milano. C’è stata sicuramente una perdita economica. Tra il giorno chiuso, le regole sul servizio il calo c’è stato e non è ancora finito. Sono convinto, però, che ce la faremo perché p

608px;">roduciamo un'ottima birra artigianale e di cibo offriamo poche cose ma ricercate e genuine come gli hamburger di carne equina".

reazione creativa

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