È sbalordito Bruno Simini. C'era anche lui ieri in Commissione Educazione. Lui che nel 2004 è stato proprio il «papà» della scuola San Giusto con la giunta Albertini, allarga le braccia: «Lo stesso motivo per cui per noi è un successo, per loro è un problema. L'assessore Cappelli ha tradito che il motivo reale è questo: l'eccellenza crea squilibrio rispetto a chi non ce l'ha. E allora cosa si fa? Si livella tutto verso il basso, invece di fare il contrario. In commissione mi sarei aspettato esattamente il contrario. I genitori delle scuole statali che vengono a chiedere come fare per avere le stesse cose che ha la scuola San Giusto visto che costa esattamente quanto costa una statale. Possibile che con tutte le cose che non funzionano si vada a smontare una cosa che funziona e bene?».
Bruno Simini ricorda che la sua era stata una scommessa: aprire in una scuola di periferia, in un quartiere difficile. Una scuola che aveva un principio di base: incrementare la creatività alle elementari e fare muovere di più i bambini. Sono entrate così la musica e lo sport. «Nessun metodo particolare - spiega Simini - niente che non si possa fare anche in altre scuole. Passarla allo Stato vuol dire «chiuderla». Funziona troppo bene rispetto alle altre, è troppo bella, togliamo quello che c'è di buono.
Si vuole annacquarla anziché ragionare in senso inverso e fare la stessa cosa anche nelle altre scuole di zona. Anche l'Istituto dei ciechi di via Vivaio e la Rinnovata Pizzigoni sono pubbliche, sono un'eccellenza. Dovrebbero essere livellate anche queste esperienze?»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.