Alla cosca dell’Ortomercato sequestrati beni per 2 milioni

Beni per 2 milioni di euro sono stati confiscati a tre dei 14 imputati affiliati alla ’ndrangheta condannati in primo grado con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, e che avevano come «base» le strutture dell’Ortomercato di via Lombroso.
La confisca è stata disposta ieri dal giudice per le udienze preliminari Fabio Paparella dopo la sentenza con cui, lo scorso primo agosto, ha inflitto condanne con rito abbreviato fino a 14 anni e 4 mesi agli imputati, disponendo anche un risarcimento provvisionale per So.Ge.Mi di 10mila euro. La Squadra mobile ha sequestrato beni, soprattutto immobili, in tutta Italia, acquistati secondo gli inquirenti con i proventi dell’attività illecita.
A Saronno sono passati allo Stato tre appartamenti di Pasquale Modaffari, condannato a 14 anni di reclusione. A Bova Marina, a Reggio Calabria, sono stati confiscati un terreno, 7 appartamenti e un magazzino di proprietà di Francesco Zappalà, a cui sono stati inflitti 10 anni e 10 mesi.

Confiscata infine anche un’auto, un’Audi A3, di Antonino Palamara, condannato a 14 anni e 4 mesi di carcere. Tutti e tre sono ritenuti tra i promotori dell’associazione da Laura Barbaini, l’ex pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia - oggi sostituto procuratore generale - che ha condotto l’indagine.

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