Costa Rica in gol al Castello: in piazza vince solo il birraio

Costa Rica in gol al Castello: in piazza vince solo il birraio

Qualcuno lo dice anche quando vengono presentate le formazioni: «Gobbo maledetto ci farà perdere di sicuro». Quasi che Matteo, 19 anni e appena tornato da un giro in treno per l'Europa, avesse intuito con anticipo che sarebbe stata una delle peggiori partite di Giorgio Chiellini.
Il difensore azzurro, in teoria uno dei punti forti di questa nazionale, fa mettere le mani nei capelli a più di uno durante la sfida con la Costa Rica. Prima abbatte in area un attaccante della squadra avversaria e viene pure graziato dall'arbitro. Poco dopo se ne perde uno e la palla va nella rete sbagliata zittendo una piazza fino a quel momento caldissima.
Da mezz'ora prima dell'inizio, gruppi di tifosi di ogni genere si accalcano pian piano di fronte al megaschermo di piazza Castello. In tre aizzano la folla da dietro le transenne intonando cori pro Italia e contro la Costa Rica. Il pubblico è quantomai vario: famiglie con passeggini, anziani, giovani da soli oppure in gruppo. Un pezzo alla volta tutta la piazza diventa un'immensa tribuna. E sono quasi più gli stranieri degli italiani. Edgar e Millie sono a Milano per motivi di studio e non hanno voluto perdersi la partita degli azzurri. Il piccolo Akio, tre anni, sfoggia la maglia del Giappone mentre sciama per la piazza confondendosi con le maglie dell'Italia.
A far sperare tutti è il buon gioco della nazionale, che almeno per i primi dieci minuti parte bene. Balotelli stesso non riesce a concretizzare due palle buone. Gli errori successivi di Chiellini, ma anche della difesa tutta, portano all'inevitabile punizione. Uno a zero. «Chiellini si è perso l'attaccante» constata scosolato il telecronista.
La piazza perde il buon umore, ma non le speranze. Darmian ci prova e il pubblico lo applaude quasi più che tutti gli altri messi insieme. Anche l'entrata di Cassano viene vista come una possibile occasione. Nemmeno Fantantonio però riesce e rimettere in carreggiata un match ormai segnato. A ogni azione anche solo positiva degli azzurri sospiri cori e per le punizioni o calci da fermo in generale di Pirlo parte un ooooohhh ben augurante. L'urlo liberatorio di gioia resta però strozzato in gola.
La Costa Rica non è affatto la Cenerentola del girone come si pensava all'inizio. Prima ha legnato l'Uruguay e poi ha regolato anche gli azzurri complicandone non poco il cammino mondiale.
Un gruppo di ragazzi, capita la malaparata, inizia già nei primi minuti del primo tempo a giocare a pallone a margine della folla. In molti abbandonano piazza Castello: chi decide di vedersi la parte finale a casa, chi davanti a una birra in uno dei tanti bar attrezzati di schermo nei dintorni del Castello.
Alla fine viene da dare ragione a Raffaella, 62 anni, che da sotto il suo caschetto grigio guarda il marito e dice: «É stata una partita sciapa e triste come quelle granite alla birra che mi hai fatto provare prima».


Gli unici a non prenderla così male sono i classici venditori abusivi di birre: nonostante lo spiegamento di forze tra vigili e Polizia se ne contavano almeno un paio che giravano con i loro secchi gridando «birra fresca, birra fresca». Se fossimo stati su una spiaggia sarebbe stato forse «cocobello, cocbello». E soprattutto il pubblico deluso avrebbe potuto lavare il cattivo umore con un tuffo in mare.

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