Coronavirus

Lo schiaffo alle norme Covid. La disco femminista è abusiva

L'8 marzo la manifestazione a Milano di Non Una di Meno. Balli e canti in piazza Duomo. Ma l'assembramento femminista non indigna

Lo schiaffo alle norme Covid. La disco femminista è abusiva

La musica di sottofondo sparata da un camion. Un nutrito gruppo di persone che balla a ritmo, tutti belli vicini vicini, oseremmo dire addirittura assembrati. E poi il silenzio dei media, per nulla indignati da quanto visto. Succede a Milano, o meglio è successo, nella centralissima piazza Duomo in occasione della festa delle donne: un video, che una fonte ha fornito ilGiornale.it, mostra un gruppo di "meno di 300 persone" che, a fine del corteo femminista, "si fermano ad evidenziare l’assembramento” e ballano in barba ad ogni direttiva anti coronavirus.

I fatti risalgono all’8 marzo quando l'associazione "Non una di Meno" ha organizzato uno sciopero transfemminista (?) contro la violenza sulle donne e di genere. Dalla mattina fino alle 14 si sono viste in piazza Affari per "cerchi di discussione e cura collettiva", alle 16 poi pedalata “fuxia” da Cairoli fino al Duomo. Sotto le guglie della Veneranda Fabbrica le femministe si sono date il cambio al microfono per urlare la loro legittima indignazione, per parlare di vulvodinia, endometriosi e fibromialgia. Ma anche per ballare qualche canzone e far risuonare la musica, alla faccia del distanziamento sociale. I video pubblicati sulla pagina social mostrano il camion in alcuni frangenti con almeno 7-8 persone a bordo, non esattamente a un metro di distanza nonostante la mascherina. E nella piazza tra i partecipanti non sembra essere andata molto meglio.

Va detto. Pur di mobilitarsi Non Una di Meno ha provato a limitare i danni. A terra hanno disegnato segnali per assicurare la distanza (chi li avrà seguiti?), hanno distribuito disinfettanti e mascherine. Inoltre un "gruppo di cura" pare abbia girato tra le gente chiedendo ai partecipanti di non accalcarsi. Dal palco non sono mancati appelli a "saltare e ballare distanti" (sì, come no), anche se tra i partecipanti serpeggiavano pensieri (registrati in una diretta) del tipo: "Che palle", "pandemia di merda". A giudicare da foto e video, infatti, il risultato di divertirsi senza assembrarsi non sembra essere stato raggiunto. Sui social molti utenti hanno bacchettato le femministe, accusate di aver messo a rischio la salute pubblica. Indignate anche alcune mamme costrette con i bimbi in Dad a casa. Scrive Silvia: “Condivido la battaglia, ma trovo scellerata l’idea di un simile raduno in piena pandemia”. Ribatte Stefano: “Aver organizzato una manifestazione così, in questo momento, con i casi che aumentano, le scuole e la maggior parte delle attività chiuse, è semplicemente irresponsabile ed egoista”. E se l’associazione ribadisce di aver tenuto tutto sotto controllo, alcuni replicano: “Le immagini parlano chiaro: eravate tutti appiccicati. Punto”.

Ma a sorprendere non è tanto, o non solo, quello che è successo durante l’evento. Quanto quel video (girato intorno alle 21) in cui appare inequivocabile come a un certo punto la piazza femminista si sia trasformata in una sorta di discoteca a cielo aperto. "Per non parlare di chi, staccandosi dalla festa in corso, - rivela inoltre un presente - ha pensato bene di urinare sul sagrato del Duomo”. Il pensiero corre immediato al rave party in Darsena, con tanto di rissa, su cui è scoppiata l’ovvia bagarre politica. La domanda sorge spontanea: le femministe possono assembrarsi, senza che nessuno si scandalizzi? Dopo le polemiche per le manifestazioni politiche, per gli aperitivi, per i ristoranti e le feste, ci saremmo aspettati almeno una lieve reprimenda. Invece nulla.

Sul posto c’erano gli agenti della Mobile e i carabinieri con l’ordine di assicurare il corretto andamento dell’evento. La questura fa però sapere al Giornale.it che l’8 marzo in piazza Duomo non sono state staccate multe, né pare vi siano denunce per violazione dei decreti anti-Covid. La manifestazione era autorizzata, chiaro. Vale lo stesso per i balletti e i canti a ritmo di musica? In Lombardia il virus corre, ieri altri 63 morti, altri 4mila nuovi positivi e decine di Comuni a rischio zona rossa. L’obiettivo di tutti è: salvare Milano.

Intanto però nel cuore della città c’è chi balla appiccicato in nome delle donne.

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