Cronici, il 74% assistito da un parente

Sono 1,2 milioni i milanesi affetti da malattie. Uno su sei necessita di assistenza

Cronici, il 74% assistito da un parente

Oltre un milione di milanesi (1,2), tra i 18 e i 75 anni, pari al 39 per cento della popolazione della città metropolitana soffre di almeno una malattia cronica. A rilevarlo l'indagine dell'Osservatorio Sanità di UniSalute realizzata con Nomisma. Le malattie «croniche» sono patologie che, nelle forme più gravi ed acute, possono essere anche invalidanti e vanno da ipertensione (29 per cento), allergie (26 per cento), artrosi e artriti (23 per cento) fino a malattie cardiache (18 per cento), diabete ( 16 per cento ) e tumore (15 per cento ). Le malattie croniche, inoltre, non si legano ad una fase esclusiva della nostra vita ma si manifestano in tutte le età, anche da molto giovani, e si vanno a sommare nel corso degli anni.

Alcune cronicità comportano una gestione quotidiana più o meno impegnativa, che in molti casi richiede l'assistenza di un'altra persona. Secondo l'ultima ricerca dell'Osservatorio Sanità (in collaborazione con Nomisma) tra il 39 per cento di milanesi malati cronici, più di uno su 6 necessita di assistenza, che nel 74 per cento dei casi viene fornita da un familiare, che svolge il ruolo di caregiver. La ricerca ha rilevato come la gestione della patologia sia descritta come complessa o estremamente complessa nel 22 per cento dei casi. Per il 58 per cento dei milanesi l'assistenza avviene presso strutture sanitarie, per il 27 per cento interamente a domicilio. Quando non sono i familiari o il paziente ad occuparsene, a farlo è in genere il personale del servizio sanitario pubblico (21 per cento), associazioni di volontariato (14 per cento) o strutture private (9 per cento). Frequente il ricorso ai servizi di telemedicina per il 41 per cento dei malati.

Salendo con l'età si contano in Lombardia 325mila persone Croniche Complesse Fragili (CCF), ovvero pazienti, soprattutto anziani, con una o più patologie croniche che, dimessi dall'ospedale, hanno bisogno di monitoraggio costante. Per supportare in modo concreto i malati e le loro famiglie, alleggerendo al contempo i centri di cura e i medici di base, l'organizzazione di volontariato Vidas ha avviato un progetto sperimentale domiciliare autofinanziato: «Cronici Complessi Fragili». L'iniziativa, realizzata con l'IRCCS Ospedale San Raffaele, è partita lo scorso aprile e ad oggi conta 20 pazienti assistiti ogni giorno, di età media 80,7 anni e con patologie non oncologiche nel 98% dei casi, garantendo loro un'assistenza costante. Vidas e San Raffaele hanno avviato un protocollo di studio per il monitoraggio del progetto per valutarne efficacia e replicabilità. «L'ambizione - spiega Giorgio Trojsi, dg di Vidas- è coinvolgere una platea di pazienti sempre più vasta.

L'evoluzione della nostra società, il suo invecchiamento e il sommarsi di malattie che si cronicizzano impongono di rodare al più presto un sistema in cui la medicina territoriale sappia far fronte a nuovi bisogni di cura in modo efficace e sostenibile».

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