Cronaca locale

«Cuore e idee, così Verona strapperà il Giro a Milano»

Rana, sponsor del finale in Veneto: «Arrivo all’Arena, con concerto di Cocciante. Sarà una festa della bici»

In riva all’Adige non hanno dubbi: sarà Verona ad aggiudicarsi l’ultima tappa del Giro d’Italia 2007, strappandola a Milano. «La piccola città che batte la metropoli, a volte succede. Come? Con il cuore». Parola di Giovanni Rana, industriale della pasta e sponsor, insieme all’amico Teofilo Sanson, dei più importanti eventi ciclistici a Verona. Sono stati loro a chiedere (e finanziare) l’arrivo del Giro in Veneto. E l’intesa - a detta degli stessi organizzatori della corsa - è molto vicina. Nell’incontro in programma a settembre Milano cercherà di riprendersi il finale della corsa, una rimonta che a Verona non credono possibile: «Milano ha tantissimi eventi, ha San Siro, l’Inter, è normale che sia distratta... - sorride Rana -. A noi, invece, l’idea di ospitare l’arrivo del Giro ci fa andare via di testa».
Per riuscirci, Verona sta mettendo a punto un programma spettacolare. «Siamo pronti a organizzare una cronometro da Bardolino a Verona con migliaia e migliaia di appassionati lungo tutto il percorso - racconta svelto Rana, al lavoro nel suo ufficio nonostante sia agosto -. Poi l’arrivo all’Arena gremita, dove ci sarà un grande concerto di Riccardo Cocciante. Se lo immagina?». Entusiasmo dei tifosi unito a qualche idea ad effetto, giusto quello che Angelo Zomegnan, patron del Giro, rimprovera a Milano di non offrire. «Ci saranno gare per gli amatori e altre iniziative per le famiglie - continua l’imprenditore veronese -. L’ultima tappa del Giro si trasformerà in una festa della bicicletta».
Conteranno anche gli sponsor. Rana e Sanson sono riusciti a portare due Mondiali di ciclismo a Verona (il primo in coppia con Treviso). «Il ritorno economico? Semmai c’è da rimetterci, e parecchio! - sorride il “re dei ravioli” -. Sono nato e cresciuto a Verona, vorrei sempre vedere la mia città prima, questo è il ritorno che mi interessa. Il Mondiale di ciclismo è stato visto da 300 milioni di persone, diamo un’immagine vincente della città e così arriveranno nuovi turisti».
Milano, in questo, sembra muoversi più lentamente. Rana alla nostra città è molto legato: «Ho tanti amici, ricordo quando da giovane andavo in corso Como a prendere i pezzi delle macchine per produrre nuovi tipi di pasta. “Accontentate il ragazzo che ha sempre nuove idee” diceva la padrona ai dipendenti». Erano i tempi in cui l’Arena e il Vigorelli si riempivano per l’arrivo del Giro. Oggi, se in città c’è il pubblico delle grandi occasioni è grazie agli appassionati arrivati dalle altre province lombarde. «Gli organizzatori del Giro ci dicono: facciamo fatica a trovare gente. Penso sia normale. Per noi avere l’arrivo del Giro o un altro Mondiale (il mio amico Sanson dice: non c’è due senza tre) resta un sogno» conclude Rana, che a ottobre potrebbe ricevere la laurea ad honorem dall’università Iulm. «Quando me l’hanno preannunciato a momenti svengo dalla felicità!».
Si saprà a settembre, invece, chi la spunterà per il finale del Giro. I corridori hanno concluso le loro fatiche a Milano per 71 volte in 89 edizioni. Ma ci sono due precedenti poco «rassicuranti». La corsa si è chiusa per due volte a Verona (nel 1981, con vittoria di Battaglin e nell’84, quando Moser si impose su Fignon). In entrambi i casi Milano non fu sede di arrivi o partenze di tappa. Ci sarà da battere anche la scaramanzia..

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