Un’iniziativa «inefficace», forse «solo un’operazione d’immagine», «probabilmente questa giunta deve saldare alcuni “ debiti”verso una parte di elettorato che l’ha sostenuta». Il giudizio della Curia milanese sul registro delle coppie di fatto che domani approderà in consiglio comunale dopo mesi di polemiche è durissimo. Sulla prima pagina di «Milano7 »,il settimanale della Chiesa ambrosiana in edicola oggi con Avvenire, il responsabile del Servizio per la famiglia della Diocesi Alfonso Colzani attacca l’operazione-spot della giunta Pisapia. E il vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici di Milano, Mattia Ferrario, ricordando che «già ora il Comune registra le convivenze tra persone legate da vincoli affettivi» sottolinea peraltro che «non è dato sapere quanto costerà ai cittadini l’istituzione del registro. In tempo di crisi qualsiasi onere aggiuntivo per la finanza pubblica è gravoso, è opportuno che i nostri amministratori si domandino se si tratta davvero di un provvedimento per il bene comune o se invece non risponda a scopi di parte che trascendono l’interesse della comunità, tale per cui sarebbe preferibile accantonarlo ».Secondo la Curia«è invece la famiglia a richiedere sostegno in questa fase di crisi economica». E Colzani tira una stoccata contro le nozze gay, «il concetto di matrimonio - insiste - ha una sua precisa specificità e storia millenaria, non può essere confuso con le unioni omosessuali». La replica del sindaco arriva verso sera, «rispetto naturalmente le opinioni diverse dalla mia - afferma -, ma intendo anche rispettare l'impegno che ho preso con i cittadini milanesi. Spero che il confronto su di un tema cosi importante e delicato, che tocca sensibilità e opinioni diverse, si svolga senza strumentalizzazioni e nel rispetto ognuno del proprio ruolo».
Ma le dichiarazioni politiche della vigilia sono solo un assaggio delle spaccature interne ai partiti che regaleranno show domani in aula. Nel Pdl il voto favorevole dell'ala liberale rappresentata da Gallera, Tatarella, De Pasquale e Pagliuca «compenserà» l'astensione dei 4 cattolici del Pd (Fanzago, Cormio, Mancuso e Pantaleo) e viene tradotta con un accordo bipartisan sul registro, Ma il capogruppo Pdl Carlo Masseroli, ciellino, smentisce: «La maggioranza dei Pdl resta contraria, ci sono solo alcuni consiglieri che a differenza delle valutazioni contrarie del partito a livello nazionale sul registro hanno espresso la volontà di votare a favore della delibera a condizione che sia apportata una modifica per evidenziare la differenza tra unioni civili e famiglia». Gli risponde secco Gallera, coordinatore cittadino del Pdl: «La battaglia per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza per tutti i milanesi, compresi quelli che in ragione di un rapporto affettivo trascorrono rilevanti porzioni di vita insieme, deve essere una priorità per un partito liberale come il Pdl. Stupisce che qualche collega non ne colga l'importanza politica» e «concentrandosi solo su aspetti pratici e formali della delibera, voglia delegare la difesa delle libertà dei cittadini alla sinistra». Da «liberale» e «da dirigente del Pdl» sottolinea Gallera, «difendo il valore della famiglia come perno della società ma credo anche fermamente che il Pdl debba essere in prima fila nella tutela dei diritti civili». Non ci sta l'ex An Riccardo De Corato, «la delibera non cambia nulla rispetto ai diritti già riconosciuti alle coppie di fatto ma avrà solo un effetto propagandistico per Pisapia, tant'è che nel 2011 negli 82 Comuni italiani che già lo hanno istituito sono solo 298 le coppie gay che vi hanno aderito». É «un peccato che nello scivolone ideologico del centrosinistra ci siano anche colleghi del Pdl e in prima linea il segretario Gallera».
Saranno tre su tre i voti contrari della Lega (Lepore, Morelli e Bastoni, assente alle sedute il capogruppo Salvini), che presenterà 15 emendamenti «per dimostrare - sottolinea Morelli - l'inefficacia di un testo che ai cittadini è già costato qualche decina di migliaia di euro in Commissioni e consigli di zona inutili. Pisapia pensi alle priorità dei cittadini invece che ad accontentare le associazioni arcobaleno».
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