La Chiesa di Milano scende ancora in campo per criticare la cancellazione dei nomi madre e padre dai moduli dell'asilo decisa dall'amministrazione Pisapia. E lo fa con un intervento della professoressa Eugenia Scabini, presidente del comitato scientifico del Centro studi sulla famiglia della Cattolica. «Un passo verso l'indistinzione», «una tattica, una piccola furbizia per raggiungere passo passo un certo obiettivo» dice la Scabini, intervistata sul sito della Diocesi. Di più: «Una scelta imposta a tutti senza discussione. Questo passaggio non è neanche democraticamente così corretto. Mi pare che la portata vada ben oltre questo piccolo gruppetto di bambini». Nei giorni scorsi era stato l'arcivescovo, Angelo Scola, a parlare di «smarrimento circa i fondamentali del vivere, che cosa sia l'amore, che cosa sia la differenza sessuale, che cosa vuol dire procreare ed educare».
L'«obiettivo» di cui parla la Diocesi si può immaginare senza fatica: arrivare all'omologazione tra maschio e femmina e al matrimonio gay. La critica della Chiesa milanese investe l'intero registro delle unioni civili: «Non è neutro come viene presentato, ma ha implicazioni che toccano tutti, qualsiasi genitore che iscrive un bambino a scuola».
Un'operazione ideologica che mette da parte i veri problemi delle famiglie e dei bambini. «Queste scelte hanno un'ideologia dietro - dice Scabini -, perché altrimenti non si capirebbe che si abbia il tempo per queste iniziative quando siamo tutti affannati da gravi problemi urgenti, non solo economici ma relativi a servizi necessari per la famiglia e per l'infanzia». Il tema riguarderebbe appena 13 o 14 bambini in tutte le scuole del Comune. In realtà, nemmeno loro perché nel modulo viene indicato un solo genitore e così non c'era alcun bisogno di eliminare le parole «padre» e «madre». Sembra assurdo - osserva la Diocesi - capovolgere il mondo per rispondere alle esigenze di pochi: «Di fronte a un problema specifico si studia una risposta specifica. C'è un genitore concreto con una funzione che si ha in quanto padre e madre, non genericamente».
La novità è stata introdotta nei moduli degli asili comunali dalla consigliera Pd Rosaria Iardino, con l'assessore all'Educazione, Francesco Cappelli, «applicando la delibera sul registro delle unioni civili che tanto aveva fatto discutere in passato», ricorda il sito della Diocesi. Rosaria Iardino aveva già proposto, in compagnia dell'assessore al Welfare, Pierfranco Majorino, l'adozione nelle scuole dell'infanzia del libro «Piccolo uovo»: fumetti per presentare ai bambini diversi tipi di famiglia gay che avevano fatto infuriare molti genitori.
Questo modulo, secondo la Diocesi, è solo un primo passo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.