Dagli archivi civici in mostra i capolavori su carta del '900

Mimmo di Marzio

Il Novecento su carta va in mostra alle Sale Viscontee del Castello e, una volta tanto, centra l'obbiettivo di una vera mostra pubblica - in quanto pubbliche sono per gran parte le collezioni esposte - mettendo a disposizione del pubblico opere d'arte in gran parte inedite e stando al passo con una tendenza internazionale che sta sempre più rivalutando, anche sul mercato, il disegno come genere autonomo. Un'esposizione raffinata, quella a cura di Claudio Salsi, che tira fuori dagli archivi civici parte di una raccolta sorprendente di disegni, incisioni, stampe, libri d'artista e tecniche miste su carta dei grandi maestri, dal periodo delle avanguardie storiche del '900 al Dopoguerra. Circa duecento le opere in mostra, da Boccioni a Sironi, da Morandi a Guttuso, da Fontana a Vedova. Ma la mostra del Castello, che attinge anche ad alcuni importanti prestiti della collezione di Intesa Sanpaolo, suscita interesse non solo per i nomi altisonanti, ma anche perchè costruita sulla cronologia di un gusto che agli inizi del '900 ha permesso di arricchire le collezioni civiche: dalla storica raccolta Bertarelli, al Civico Gabinetto dei Disegni, alla Galleria d'Arte Moderna. Un percorso virtuoso che passò attraverso la ricerca e le donazioni di raffinati intellettuale e collezionisti dell'epoca. Primi tra tutti lo storico e filosofo Angelo Conti che indicava la via della modernità nella riscoperta del segno dei grandi classici come Leonardo o Michelangelo e Durer; e ancora, il critico Vittore Grubicy de Dragon che spinse i suoi contemporanei a sperimentare nuove tecniche su carta che andassero aldilà del mero disegno grafico. Ma la promozione dell'opera su carta e soprattutto l'apertura agli stilemi dell'arte nordeuropea, si deve soprattutto all'attività di Vittorio Pica, critico d'arte cosmopolita ma legatissimo alla cultura francese. L'attività e il proselitismo di queste figure chiave del panorama artistico milanese trovarono terreno fertile nell'azione di associazioni e gallerie storiche come Il Milione, la Pesaro o la Scopinich.

Poi, allo sviluppo della grafica tra i grandi maestri, arrivò la grande spinta degli editori lombardi come i Treves, i Ricordi, gli Hoepli e l'Istituto Italiano per le Arti Grafiche di Bergamo. Oggi uno spaccato di quel mondo e quel pensiero rivive nelle sale del Castello, il cui Gabinetto dei Disegni raccoglie da solo quasi tremila opere su carta.

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