Dalle detenute alle pazienti il turbante per la ricerca

Un simbolo, il turbante, che unisce le donne tra malattia, carcere e solidarietà. Nasce il progetto «La vita sotto il turbante», che vede impegnate insieme l'associazione Go5-Per mano con le donne onlus, che si dedica alle pazienti del reparto di Ginecologia oncologica dell'Istituto dei Tumori, e la cooperativa Alice per Sartoria San Vittore. Il copricapo, cucito dalla detenute e indossato dalle pazienti, incarna quindi un'alleanza. L'iniziativa ha il patrocinio del Comune e della Camera penale di Milano.

I turbanti sono stati creati dalla stilista di Sartoria San Vittore Rosita Onofri e prodotti in carcere. Saranno disponibili per le pazienti dietro una donazione che servirà a raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulla diagnosi precoce del tumore ovarico. «Il cancro è uno dei tabù della nostra società - spiega Francesco Raspagliesi, direttore dell'Unità di oncologia ginecologica della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori - e rappresenta simbolicamente l'aspetto oscuro della vita». Tuttavia: «Il tema centrale di questa iniziativa è il concetto che la malattia fa parte della vita di ognuno di noi e che non dobbiamo consentire a questa malattia di isolarci e renderci diversi perché la malattia è un affare che ci riguarda tutti». Così Francesco Borasi, presidente di Go5: «Quella del cancro è una battaglia che si vince tutti insieme, non solo con l'affetto di chi ci è vicino, dentro e fuori le mura di casa, ma anche con la solidarietà, in questo caso femminile, come il progetto vuole dimostrare».

Hanno contribuito l'illustratrice Marianna Tomaselli e Martina (nella foto) che, nonostante la dura prova che sta affrontando, ha voluto posare per le foto con i turbanti mostrando forza e senso di solidarietà. Il progetto verrà presentato in una serie di occasioni in luoghi diversi della città. Si parte martedì alle 18.00 nella Sala Alessi di Palazzo Marino  (per accrediti: comune.milano.it/salaalessi).

CBas

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