Darsena, sabato pomeriggio. I milanesi sono rientrati in città, il traffico è tornato a riempire piazza XXIV maggio, come sempre. I sudamericani si ritrovano dietro il mercato rionale, come ogni sabato, per pranzare insieme, condividere manicaretti del loro paese, bere e stare in allegra compagnia. Decine e decine di auto parcheggiate lungo il bacino, sul lato di viale D'Annunzio, come una volta. Inevitabile, evidentemente la vocazione della Darsena è quella di parcheggio, così hanno stabilito i milanesi.
Le transenne che proteggevano le mura spagnole del Cinquecento e la conca leonardesca, portate alla luce dai lunghi scavi archeologici, che hanno interrotto i lavori per il parcheggio sotterraneo per oltre due anni, sono state completamente divelte: ora i reperti sono vittime del degrado e dell'incuria più assoluti. «Cosa vuole che le dica? Speriamo che il progetto di riqualificazione parta al più presto. È una situazione che ormai dura da sei- sette anni - risponde laconico Alberto Artioli, sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici -. Prima dell'estate abbiamo avuto numerosi incontri con il Comune e i progettisti. Il progetto esecutivo è stato approvato, ora manca quello definitivo. Poi si partirà con la gara per l'affidamento dei lavori, che, salvo imprevisti, dovrebbero partire all'inizio dell'anno prossimo».
Spazzatura, erbacce, pioggia, sole. Ancora rifiuti, materassi, pacchetti di sigarette scoloriti, segno tangibile del cristallizzarsi dell'incuria nel tempo. Lo sgradevole odore delle latrina a cielo aperto che l'ex porto di Milano è diventato, viene solo parzialmente mitigato dalla pioggia battente degli ultimi giorni. Andando più avanti verso piazzale Cantore la situazione non migliora: davanti all'ex capitaneria quello che doveva essere un laghetto è ormai una distesa di fango secco. Lo scenario non migliora percorrendo la passeggiata frutto della riqualificazione parziale voluta dalla precedente amministrazione: il prato viene adibito illecitamente a area cani e come cestino a cielo aperto dagli avventori dei locali che hanno l'abitudine di lanciare dalle sponde bicchieri di plastica, cannucce, e gli avanzi della serata. «Lo stato di degrado in cui versa la Darsena» per il consigliere di zona 6 Carlo Goldoni della Lega «è anche conseguenza della decisione scellerata dell'amministrazione di penalizzare ulteriormente questa zona, trasformandola in un distretto della movida. L'isola pedonale permanente non farà altro che peggiorare la situazione, se possibile: un unico grande percorso della movida dalle Colonne di San Lorenzo, lungo il Ticinese per arrivare fino ai Navigli che da una cert'ora in poi è completamente fuori controllo. Così alla sporcizia e al degrado si aggiungono anche i vandalismi. Il quartiere vive solo di notte, con il delirio generalizzato - denuncia Goldoni - mentre di giorno è completamente deserto e abbandonato».
La vegetazione spontanea che il Comitato Darsena Pioniera aveva difeso in nome di specie rare e particolarissime è ridotta a qualche arbusto secco e bruciato dal sole.
Così hanno fatto la loro ricomparsa i graffiti sulla sponda opposta, quella che corre lungo viale Gorizia: dal famoso «Dax vive» che è stato ridisegnato identico all'originale cancellato anni sono più di una volta, a nuove e coloratissime scritte.
Furibondi i residenti riuniti nel Comitato dei Navigli: «Così non si può andare avanti - sbotta la portavoce Gabriella Valassina -: va bene che la riqualificazione dovrebbe partire a gennaio, ma la Darsena è ridotta a una discarica.
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